“Sia sintesi di fede e di umanità”

“Il giorno stesso della nomina, superato l’embargo, ho chiamato don Lauro e gli ho detto che ero molto contento e che la Conferenza episcopale del Triveneto è una famiglia in cui ci vogliamo bene, pregando gli uni per gli altri ed elaborando, in certi momenti, delle pastorali comuni“. Il Patriarca di Venezia, cardinale Francesco Moraglia, conconsacrante nel rito di ordinazione episcopale del nuovo vescovo di Trento, appare sinceramente compiaciuto della nomina.

“Il nuovo vescovo di Trento, il nuovo vescovo di Padova (mons. Claudio Cipolla, ndr), il nuovo vescovo di Adria-Rovigo (mons. Pierantonio Pavanello, ndr), il nuovo vescovo di Belluno (don Renato Marangoni sarà consacrato domenica 10 aprile nella cattedrale di Padova e farà il suo ingresso in diocesi il 24 aprile, ndr) arricchiscono e cambiano il volto della nostra Conferenza episcopale”, osserva Moraglia, che ha un pensiero però anche per i vescovi emeriti (a Trento mons. Luigi Bressan): “Continueranno ad essere persone ascoltate; valuteremo sempre con molto interesse quello che diranno, perché oltre all’esperienza adesso hanno anche quel distacco che li rende più saggi e liberi nel parlare e nel consigliare”.

Piace, al cardinal Moraglia, l’attenzione data dal vescovo Lauro nel suo discorso in Cattedrale ai poveri, agli ultimi, ai senza nome e l’accentuazione sulle fragilità, che sono di natura sia materiale sia spirituale. “Dal punto di vista civile la questione etica è fondamentale”, sottolinea Moraglia, aggiungendo che “per noi come Chiese è anche importante il discorso della fede, in cui le opere di misericordia corporali e spirituali intercettano la totalità dell’uomo: le fragilità del corpo e dell’anima. Certe volte le fragilità dei corpi sono espressione di fragilità dell’anima, altre volte le fragilità dei corpi diventano fragilità dell’anima. Il vescovo è chiamato a questa sintesi di fede e di umanità, di umanità e di fede. Auguro al carissimo arcivescovo Lauro di essere capace di questa sintesi di fede e di umanità, nell’Anno della Misericordia, nella domenica della Divina Misericordia. Tutto questo lo aiuterà ad essere un vescovo misericordioso e saggio”.

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