“Un figlio di questa terra”

Dopo l’abbraccio dei giovani, la stretta di mano delle autorità: è lo stesso don Lauro, che di lì a poco sarà consacrato vescovo, a rimarcare la significatività del passaggio. Dal massimo dell’informalità – i giovani – al massimo della formalità – gli amministratori pubblici, rappresentanti della comunità civile che, insieme a quella ecclesiale, esprime vicinanza, stima, perfino affetto per il nuovo vescovo. Invero, i saluti pronunciati dal palco allestito in piazza Duomo – accanto al maxischermo che rende intelligibile anche ai più lontani, nella stessa piazza così come in televisione, quello che accade – dovrebbero esprimere la solennità del momento, ma i toni e i accenti dicono invece tutt’altro: l’atmosfera è poco formale, l’incontro è tra persone che in fondo si conoscono da tempo. A richiamare questa familiarità è il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, che a Tisi rivolge non un benvenuto “quanto piuttosto un affettuoso bentrovato”. “Io credo che quello che ci aspetta sarà un bel camminare insieme, pur nella necessaria e doverosa distinzione di ambiti e ruoli”, afferma Andreatta. “Credo che le nostre strade, come già accaduto con il suo predecessore monsignor Bressan, non mancheranno di intersecarsi e incrociarsi visto il nostro comune intento di stare accanto alle persone e di contribuire alla costruzione di una comunità coesa e matura”.

Il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, che in piazza è accompagnato dagli assessori Mauro Gilmozzi e Tiziano Mellarini a rappresentare la giunta provinciale, dopo aver espresso un ringraziamento non di rito al vescovo emerito Luigi Bressan (“Sempre presente in mezzo alla gente, con determinazione nell’affrontare i problemi… con sguardo lucido e lungimirante”), esprime la soddisfazione di vedere nuovamente “un figlio di questa terra” alla guida della Chiesa di Trento. Ricorda poi che il rapporto fra la Chiesa trentina e le istituzioni dell’Autonomia “è sempre stato improntato alla massima collaborazione, al dialogo e al confronto”. E cita come “esempio concreto di questo proficuo rapporto” l’accoglienza dei profughi, “dove la Diocesi trentina si è affiancata con grande impegno allo sforzo messo in campo dalla Provincia”. Il riferimento è all'ospitalità concessa alle famiglie di profughi siriani giunte in Italia, e poi in Trentino, “grazie al primo corridoio umanitario attivato in Europa, promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, dalla Comunità di S. Egidio e dalla Caritas della Diocesi di Trento, in collaborazione con i ministeri dell’Interno e degli Esteri”. Per Rossi “una bella pagina” per l'Autonomia e per una terra vocata “all’accoglienza e alla solidarietà”.

A fine giornata, in una nota stampa, la presidente del Consiglio regionale, Chiara Avanzo, che sul palco non aveva parlato, esprime “gioia ed entusiasmo” per l’ordinazione di don Tisi: “la Comunità cattolica trentina per la seconda volta consecutiva sarà guidata da un figlio della nostra terra”. “In questi anni – osserva – ho avuto più volte occasione di apprezzare il suo operato (soprattutto con i più giovani di cui si è sempre preso carico), la sua umiltà, la sua straordinaria disponibilità”.

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