Armi italiane ai regimi repressivi

Un recente, dettagliato rapporto dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e di Difesa (OPAL) di Brescia rivela le consistenti forniture dall’Italia di armi e munizioni a paesi in zone di conflitto, destinate alle forze dell’ordine e ai corpi di sicurezza di regimi autoritari noti per le reiterate violazioni dei diritti umani, come l’Egitto.

“L’analisi dei dati – commenta Giorgio Beretta, analista di OPAL e autore del rapporto – non solo conferma le spedizioni avvenute nel 2015 da Cagliari di oltre 19,5 milioni di euro di bombe per le Forze armate dell’Arabia Saudita utilizzate per i bombardamenti in Yemen in un conflitto che ha causato quasi settemila morti di cui più della metà tra la popolazione civile, ma permette di rilevare le ampie forniture di armi e munizioni anche ad altri paesi in zone di tensione e a regimi repressivi. Tra questi, soprattutto per munizioni militari, il Turkmenistan (87 milioni di euro), gli Emirati Arabi Uniti (41 milioni), l’Algeria (41 milioni) e l’India (24 milioni)”.

Sorprendono e preoccupano – riporta l’Osservatorio OPAL – le continue esportazioni di armi all’Egitto autorizzate dal governo Renzi, nonostante sia tuttora in vigore la decisione del Consiglio dell’Unione europea – assunta nell’agosto 2013 e riconfermata nel febbraio 2014 – di sospendere le licenze di esportazione all’Egitto “di ogni tipo di materiale che possa essere utilizzato per la repressione interna”. “Il Governo Renzi chiarisca la politica sulle forniture all’estero di armi e il Parlamento si impegni in un maggior controllo sulle esportazioni di sistemi militari e di armi comuni”, chiede il presidente di OPAL, Piergiulio Biatta. L’Italia è l’unico paese dell’Unione europea ad aver fornito nel biennio 2014-15 pistole, revolver, fucili e carabine alle forze di polizia e di sicurezza del regime di Al Sisi.

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