La Festa dei popoli guarda alle famiglie

Sabato 14 e domenica 15 maggio piazza Fiera a Trento ospiterà la 17a edizione della Festa dei Popoli, promossa ormai dal Duemila dall’Arcidiocesi di Trento: un evento atteso e significativo per tutti gli immigrati e per la comunità trentina.

Far festa insieme è lo scopo di questa iniziativa organizzata dalla Fondazione Migrantes e dalla Pastorale delle Migrazioni, che sogna di coinvolgere tutta la comunità senza distinzione di razza, di lingua, di cultura, di religione e gustare la gioia della diversità che ci rende più ricchi, più veri, più simili a quella famiglia universale sognata da sempre dal Padre di ogni uomo.

Le famiglie immigrate condividono le difficoltà delle famiglie trentine, in questo tempo di crisi economica, ma spesso con un di più di sofferenza. Il rapporto fra immigrazione, dimensione familiare e società che accoglie è complicato: da una parte gli immigrati sono una risorsa per le famiglie, dall’altra le loro relazioni familiari sono un problema. Le lavoratrici straniere sono chiamate, attraverso l’assistenza domiciliare, a puntellare con il loro lavoro i precari equilibri delle famiglie italiane (e occidentali in genere). Grazie alle rimesse (il trasferimento di reddito verso i paesi di provenienza) sostengono le economie dei loro paesi d'origine, ma a prezzo di lacerazioni e sofferenze emotive nelle famiglie che si trovano private della figura materna. Le donne immigrate sono dunque una risorsa imponente per le famiglie occidentali, ma pagano il caro prezzo di tenere a distanza i propri legami, comprimendo le proprie esigenze affettive, delegando le proprie responsabilità genitoriali.

Dietro ogni migrante c’è una persona che porta il carico della responsabilità nei confronti della famiglia lasciata e la sofferenza di dover reprimere le proprie esigenze affettive per via della distanza. C’è anche chi riesce a mantenere legami costanti con la famiglia, chi invece forma una nuova famiglia, chi riesce a ricomporre la famiglia attraverso il ricongiungimento. Possiamo immaginare la migrazione familiare è un processo a più stadi. Le partenze generano il fenomeno delle “paternità – o maternità – a distanza”, grazie ai nonni che esercitano maternità o paternità surrogate. Con il ricongiungimento, la famiglia si ricompone nel paese di destinazione; ma è una famiglia “modificata”: i genitori cambiano, perché hanno dovuto condurre per anni una vita indipendente, assumendo nuovi compiti e nuove competenze e responsabilità; sono cambiati i figli, che non hanno avuto la continuità delle figure paterna o materna vicino. Per questo il ricongiungimento rappresenta spesso un nuovo inizio, con le incognite e i rischi che ne derivano.

La speranza è riposta nei giovani immigrati, spesso nati in Italia, che possono facilitare il dialogo tra culture e farsi veri ambasciatori di comunicazione tra i popoli.

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