Parola da gustare

I piatti della tradizione biblica in un aperitivo fuori dal comune

Mangiare da Dio, un'esperienza paradisiaca. Quella che è stato possibile vivere nella serata di venerdì 20 maggio, nell'ambito del Festival Biblico, al Polo culturale diocesano "Vigilianum" di via Endrici, dove in un clima di amicizia e familiarità si è tenuto un vero e proprio "banchetto" con i 70 ospiti che hanno risposto all'invito dell'iniziativa "A tavola! Assaggi di cibi biblici". Una partecipazione andata oltre le aspettative, segno dell'interesse suscitato dall'originale proposta di servire un "aperitivo" diverso dal solito.

"Cercheremo di comprendere meglio il messaggio contenuto nelle pagine della Bibbia immergendoci in un contesto lontano, ma che è possibile conoscere e gustare assaggiando la parola di Dio insieme a piatti della tradizione biblica", ha detto il direttore del Centro diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso Alessandro Martinelli dando il benvenuto.

"Avrei voluto farvi assaggiare il frutto proibito, che dal Medioevo in poi è stato identificato con una mela ma per alcuni commentatori è un grappolo d'uva, per altri cedro o fico, e la manna", ha simpaticamente esordito don Stefano Zeni, biblista che tra una portata e l'altra ha deliziato il palato dei presenti con brani della Sacra Scrittura e immagini suggestive, accompagnate da un sottofondo di musiche della tradizione ebraica. "Il cibo gioca un ruolo importante nella Bibbia, molti momenti fondamentali della sua vicenda avvengono a mensa e alcuni banchetti si concludono anche in modo tragico, ma giustizia e pace fanno pensare a momenti gioiosi trascorsi a tavola, come questa sera".

Oltre all'udito e al gusto, anche il senso dell'olfatto e quello della vista sono stati chiamati in causa dagli odori e dal colore delle bevande e dei piatti proposti: dal rosso del succo di melograno che ha dato il via al percorso di assaggi, al profumo delle bruschette allo za'atar, un mix di spezie tritate e mescolate con olio; dal giallo della minestra di lenticchie con il bianco del pane azzimo al marrone dello stufato di montone con olive verdi e cipolline e pane del deserto. A conclusione della cena è stata servita una schiacciata di fichi secchi, il tutto innaffiato con il bianco del Nosiola e il rosso del Ripasso, introdotti da Michele Scrinzi, agronomo e presidente della Società Agricoltori Vallagarina: "Nella Bibbia, il vino è simbolo di amicizia, è ciò che dà sapore alla vita e trasforma l'assunzione di cibo in banchetto. Era impossibile recuperare vini che potessero rappresentare un contesto enologico corrispondente a quello biblico, ma questi due vini ben si combinavano con i sapori dei cibi scelti e mi ha colpito la tradizione contadina esistente della valle dei Laghi: ogni agricoltore si bagna gli occhi con il Nosiola come augurio e auspicio di prosperità".

Tra i commensali erano presenti anche il biblista belga Jean Luis Ska, che al termine della cena ha tenuto un incontro insieme all'economista Gianfranco Cerea sul tema "Quale giustizia per il nostro tempo?", e un gruppo di scout FSE Pergine 1 che alle 4 di mattina si è diretto verso il passo del Cimirlo per raggiungere il Monte Celva, una camminata sui luoghi delle fortificazioni della Prima Guerra Mondiale per ricordare i conflitti di ogni tempo e aspettare il sorgere di un sole di giustizia all'insegna dell'invocazione della "pace per questa terra".

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