“Il museo che si lascia toccare e aiuta i più deboli”

“Si prega di non toccare” avvisa il classico cartellino davanti alla vetrina del museo. “Ormai potremo rovesciare la prospettiva, dobbiamo guardare al Museo come ad una realtà che si può toccare, che è lì a disposizione di ogni persona, anche quelle più in difficoltà”. Il dirigente provinciale dei Beni Archeologici Sandro Flaim arriva a dire così per commentare quest'efficace iniziative dei suoi operatori: “Il Museo deve essere sempre pensato di più a servizio della gente, tanto più delle persone ammalate”.

Una prospettiva sempre più praticata, se si pensa alle visite di arteterapia o musicoterapia, ma l'esperienza di Povo spiega come anche l'archeoterapia abbia molte possibilità: “Gli oggetti del passato aiutano tutti ad evocare anche parti del proprio passato”, ribadisce Franco Nicolis, “da questa sperimentazione, sull'esempio di quanto si già si fa in Toscana, vengono molte indicazioni utili”.

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