Con il lavoro crescono le persone e la comunità

L’affidamento a sei ragazzi con difficoltà cognitive della gestione di un teatro in valle dei Laghi. La cura della terra per coltivare, attraverso il lavoro agricolo, le relazioni e favorire la crescita personale e professionale. La creazione di filiere per l'inserimento lavorativo nel settore industriale. Sono tre dei dieci progetti di inserimento lavorativo in campo sociale sostenuti nel 2015 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, che hanno offerto una nuova opportunità professionale a 300 persone e coinvolto decine di realtà del territorio e più di quindici imprese. Il positivo risultato di quella prima esperienza, finanziata con 130 mila euro, ha spinto la Fondazione a proporre nuovamente un bando per progetti di inserimento lavorativo in campo sociale, per di più rilanciando: sono 150 mila gli euro stanziati quest’anno per dare sostegno a quel mondo del volontariato sociale che coinvolge le categorie deboli, facendole sentire parte della società e capaci di contribuire al suo sviluppo, anche economico.

“La Fondazione vede nel lavoro un fattore chiave per l'inclusione sociale”, ha spiegato il presidente della Fondazione Caritro, Michele Iori, presentando la seconda edizione del bando a Palazzo Calepini a numerosi rappresentanti del mondo del privato sociale trentino. L'iniziativa è una delle azioni promosse in ambito del sociale dalla Fondazione, con un impegno in crescita negli anni: nel 2010 era pari al 6% delle erogazioni totali (442.773 euro), ha raggiunto la cifra di 916.864 euro nel 2015 (15% delle erogazioni totali) e si presume che supererà il milione di euro nel 2016 (pari al 18% di quanto erogato in totale).

Il bando si rivolge a progetti di qualità che oltre a promuovere il coinvolgimento delle fasce deboli in percorsi lavorativi tramite borse lavoro e l'avvio di attività di impresa con utilità sociale sappiano fare rete tra le diverse realtà, ha spiegato il direttore generale della Fondazione, Filippo Manfredi. Tra i requisiti infatti c'è la partecipazione di almeno tre soggetti guidati da un capofila appartenente all'ambito del privato sociale trentino. Per presentare i progetti, che devono rivolgersi a persone che, uscite dal mondo del lavoro a causa della crisi economica, hanno difficoltà a rientrarvi oppure a persone in situazioni critiche dal punto di vista economico e sociale, c'è tempo fino al 20 luglio. Il sostegno erogato potrà coprire fino all'80% del costo complessivo, per un massimo di 25 mila euro.

A Palazzo Calepini sono intervenuti Meri Malaguti, che ha parlato del progetto “Staff”, proposto dall'Associazione Teatrale Trentina Interculturale – Atti di Vallelaghi (ex Comune di Vezzano), che ha coinvolto alcuni ragazzi con disabilità cognitiva residenti in Valle dei Laghi; Emanuela Barbacovi di Aurora Scs di Levico Terme, che ha presentato “Insalata”, iniziativa che accompagna al lavoro attraverso la cura della terra; Silvano Deavi della cooperativa Alpi, che ha spiegato come il progetto ““DisTer – Distretto Industriale Solidale del contoterzismo trentino”, grazie alla collaborazione di Confindustria Trentino, si proponga di favorire un'economia solidale e la responsabilità sociale delle imprese attraverso la creazione di filiere per l'inserimento lavorativo nel settore industriale.

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