Roma, Colonia, Madrid e Cracovia. Sono da poco tornato dalla mia quarta Giornata Mondiale della Gioventù. Mi sento molto legato a questi pellegrinaggi della fede, perchè hannno fatto da colonna sonora alla mia vita. Perchè in queste occasioni ho sentito Gesù come un compagno di strada che mi si è fatto vicino aiutandomi a trovare risposte importanti per la mia esistenza.

Non è proprio possibile stilare una classifica per decidere quale sia la più bella fra le quattro Giornate, in quanto ciascuna è diversa dall'altra e irripetibile, perché io sono stato diverso ogni volta con domande differenti. La GMG per me è un motivo di conforto, lì ho sempre trovato tanti ragazzi che mi hanno aiutato a comprendere come, stare con Gesù dentro la concretezza di una compagnia di amici fosse bello, costituisse un serbatoio di senso e di forza per affrontare difficoltà ed imprevisti della vita di ogni giorno.

In particolare della XXXI Giornata Mondiale mi restano impresse le parole del nostro vescovo Lauro il quale durante l'omelia della Messa, celebrata in Duomo, prima della partenza la sera di domenica 24 luglio commentava l'espressione evangelica “Venga il tuo regno”, leggendola anche come “venga la certezza. La certezza che sporcarsi le mani per i fratelli è l'unico modo per averle pulite”.

Parole che fanno eco a quelle chiarissime del Papa il quale più volte ci invitava a non essere “cristiani da divano”, “pensionati prima del tempo”. Ma al contrario, nella Messa di accoglienza dei giovani di giovedì 28 luglio al Parco Blonia, spiegando il motto della GMG 2016: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7), diceva: “Beati sono coloro che sanno perdonare, che sanno avere un cuore compassionevole, che sanno dare il meglio agli altri; il meglio, non quello che avanza: il meglio!”.

Misericordia che, muovendomi in carrozzina, ho sperimentato nell'aiuto dei tanti compagni di viaggio, sempre pronti a “darmi una spinta” all'occorrenza.