Siria, regge la fragile tregua

L’inviato Onu per la Siria, de Mistura: “Ora garantire garantire la sicurezza dei convogli di aiuti”

Regge in Siria la fragile tregua sottoscritta da Stati Uniti e Russia e in vigore dalla sera del 12 settembre. L’inviato speciale Onu per la Siria, Staffan de Mistura, conferma il “calo significativo” delle violenze nel Paese, registrato durante la prima giornata. Ma, avverte, servono ulteriori sforzi per garantire la sicurezza dei convogli carichi di aiuti per le zone più in difficoltà. Finora nessun convoglio ha potuto distribuire aiuti. L’obiettivo delle Nazioni Unite è la creazione di corridoi umanitari per facilitare l’ingresso e la consegna di cibo, medicinali e generi di prima necessità.

Il cessate il fuoco iniziato con la festa islamica del Sacrificio (Eid al-Adha) è l’ultimo di una serie di sforzi diplomatici messi in campo da Washington e Mosca. L’obiettivo è cercare di arginare un conflitto quinquennale che ha causato, secondo le stime aggiornate, oltre 300 mila morti (di cui 87 mila civili) e milioni di profughi, originando una catastrofe umanitaria senza precedenti.

L’accordo prevede la fine dei combattimenti fra le forze fedeli al presidente siriano Bashar al-Assad e i vari gruppi ribelli che operano sul terreno; esclusi dalla tregua i gruppi jihadisti, come lo Stato islamico (SI) e il Fronte di al Nusra. Usa e Russia proseguono il lavoro diplomatico per avviare una campagna comune contro questi obiettivi.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con base a Londra e una fitta rete di informatori sul terreno, riferisce di combattimenti fra le forze governative e il gruppo jihadista Jund al-Aqsa nella provincia centrale di Hama.

Da più parti giungono testimonianze di cittadini sollevati dalla tregua, dopo mesi di combattimenti.

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