Papa Francesco tra i terremotati

“Non sono venuto prima per non dare fastidio”. Poi la preghiera silenziosa tra le macerie

Ad Amatrice martedì 4 ottobre mattina c’era un clima di attesa. Ma nessuno era preparato al suo arrivo. E quando l’utilitaria blu si è fermata tra le macerie del paese distrutto dal terremoto, papa Francesco ha colto tutti di sorpresa. Come è nel suo stile. “Uno stile semplice, umile, che sa toccare il cuore delle persone – commenta Vittorio Cristofori, ingegnere della Protezione civile trentina. – Nessuno di noi era preparato all’arrivo del pontefice”.

“Vi sono vicino e prego per voi – sono state le prime parole di papa Francesco agli abitanti di Amatrice, uno dei paesi che più è stato colpito dalle scosse che il 24 agosto scorso hanno distrutto il Centro Italia, causando 298 vittime. – Non sono venuto prima per non dare fastidio, per non creare problemi”. Poi la preghiera silenziosa di fronte alle macerie.

Papa Francesco ha voluto incontrare per primi gli alunni e le alunne della scuola “Romolo Capranica” di Amatrice, l’edificio colorato costruito in tempo record dai trentini. “Ha salutato e abbracciato ognuno dei 150 bambini della scuola. Per me è stato un momento molto toccante, che non dimenticherò – aggiunge Cristofori. – Poi ha ringraziato anche noi per il nostro lavoro e per l’impegno nella ricostruzione del paese”.

Un lavoro che proseguirà anche nei prossimi mesi. Ad oggi ad Amatrice sono circa sessanta gli uomini della Protezione civile trentina, tra vigili del fuoco volontari e permanenti, personale del servizio prevenzione rischi, Croce Rossa, Nuvola. A questi si aggiungono i volontari del nucleo tecnico degli ingegneri, che hanno il compito di effettuare sugli edifici pubblici e privati lesionati dalle scosse l’entità dei danni e fare una stima sulla loro agibilità.

Dopo l’inaugurazione il 13 settembre della scuola elementare e media, entro ottobre sarà pronto anche il liceo scientifico. “Costruire la prima struttura è stata una corsa contro il tempo. Ma ce l’abbiamo fatta – commenta Cristofori – e ne siamo orgogliosi: è la prima opera di ricostruzione dopo il terremoto. Quando anche il liceo sarà completato, avremo dato una risposta a tutti gli alunni e gli studenti di Amatrice. La popolazione è entusiasta del nostro lavoro, felice nel vedere che le opere di ricostruzione non sono rimaste impantanate nella burocrazia. Per fare un esempio, siamo riusciti a espropriare il terreno in un giorno, procedura che normalmente richiede mesi di tempo”.

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