Le associazioni che li sostengono a confronto con i nostri missionari

Affrontati insieme i criteri di relazioni collaborative e un cambio di mentalità per sensibilizzare all'accoglienza degli immigrati

Su invito del Centro Missionario, le associazioni che sostengono i missionari trentini si sono incontrate l'8 ottobre nel pomeriggio. La sensibilità alla mondialità e alla solidarietà internazionale ha una lunga storia nel nostro territorio, stimolata e sostenuta anche dall’attività dei missionari, che hanno sempre colto esigenze, speranze e sogni delle popolazioni alle quali sono inviati.

Durante l’incontro le associazioni si sono chieste cosa è cambiato e cosa si pensa debba cambiare nel modo di operare sul posto in relazione ai missionari, alla comunità, alle istituzioni locali. Dall’idea iniziale di voler aiutare, a poco a poco si arriva ad incontrare le popolazioni, a conoscere culture ed esigenze. Al missionario si offre la disponibilità dei volontari ma poi ci si domanda: come ci vede la gente? Cosa avrà da dirci? Si vorrebbe che le cose cambiassero, magari anche con i nostri aiuti, ma ci accorgiamo che stiamo cambiando noi stessi. Le esperienze sono diverse: si arriva a proporre alla gente di formare un'organizzazione ispirata ai valori della propria associazione, perché assumano essi stessi le problematiche e gli interventi utili alla loro società. Quando gli interlocutori diventano le persone del posto è più facile stabilire relazioni collaborative con le autorità del luogo ed ottenere da loro perfino contributi a favore di progetti a beneficio delle popolazioni.

Altro argomento posto all’attenzione di tutti è stato il rapporto delle associazioni con l’immigrazione. Alle associazioni, nate per intervenire in Paesi lontani, si pone un cambiamento di mentalità: diventare strumento di sensibilizzazione all’accoglienza nelle nostre comunità. Chiedere  di sostenere con offerte i progetti umanitari è forse più facile che promuovere l’ospitalità ai richiedenti asilo. Ospitalità non vuol dire solo prima accoglienza, ma far saggiare sia agli immigrati stanziali che ai richiedenti asilo quei valori insoliti per loro quali la democrazia, l’accoglienza senza distinzioni, la giustizia.

Tutti i partecipanti si sono detti soddisfatti per questo incontro e sono disponibili a qualche prossimo appuntamento.

don Beppino Caldera

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