Quei “pezzi da novanta” per “Vita trentina” sessantenne

1986. Nella Sala della Cooperazione l’affollato dibattito sul ruolo dell’informazione e del settimanale diocesano. Foto © GIanni Zotta
Quando furono celebrati i 60 anni del settimanale “Vita Trentina” (era l’autunno del 1986) nel teatro della Cooperazione, a Trento, si tenne un affollato dibattito sul ruolo dell’informazione e del settimanale diocesano in particolare. Don Vittorio Cristelli (1930) era, a quel tempo, impegnato nel Consiglio nazionale del sindacato dei giornalisti. Aveva avuto buon gioco, pertanto, nell’invitare a Trento i pezzi da “novanta” della categoria: Giorgio Lago (1937-2005) direttore de “il Gazzettino” di Venezia; Luciano Ceschia (1934), segretario nazionale della Federazione della Stampa Italiana; Giuseppe Morello (1930-2012), presidente della Stampa Parlamentare; Marino Livolsi (1937) professore di Sociologia, esperto di comunicazione; Piero Agostini (1934-1992) una delle grandi firme del giornalismo regionale e nazionale. Cominciò a fare il cronista, negli anni Cinquanta, alla redazione di Rovereto del giornale “Alto Adige”; passò alla RAI di Bolzano dove divenne la “voce” e il caporedattore della redazione di lingua italiana. Fu segretario e poi presidente nazionale del Sindacato dei Giornalisti (la FNSI), direttore del giornale “L’Adige” e di “Bresciaoggi”. Morì sul lavoro, colpito da infarto, nella redazione del giornale bresciano che dirigeva da un paio d’anni. Aveva scritto vari libri, tra questi: “Alto Adige, la convivenza rinviata”, “Mara Cagol, una donna nelle prime Brigate Rosse”. Piero Agostini, al quale la città di Bolzano ha dedicato una via (2016), fu sepolto a Fiera di Primiero, paese di origine della moglie.
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