“La riforma luterana va vista con occhi nuovi”

Intervista con Brian Farrel, “regista” del Papa per i rapporti ecumenici: “In Svezia il 31 ottobre un evento importantissimo”

“Venire a Trento a inaugurare l'anno accademico dello Stat è stato un grande onore per me, in quanto chi ha studiato la storia della Chiesa sa bene cosa significhi Trento nel dialogo ecumenico. Ho avuto anche la possibilità di sentire una cultura profonda dal popolo, legata ad una grande tradizione”. Mons. Brian Farrel, vescovo titolare di Abitene è il segretario del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, “regista” del dialogo ecumenico per Papa Francesco. Lo abbiamo incontrato prima della sua prolusione allo STAT (vedi sopra), ancora inebriato dalla suggestiva visita a San Romedio e Sanzeno.

“E’ un luogo dove vorrei tornare: un’esperienza bellissima che ti riempie l’anima – ci dice Farrel nel suo italiano fluente – E’ un evidenza chiara del rapporto che la vostra Chiesa ha avuto fin dal quarto secolo col mondo orientale, un aspetto importante nel mio lavoro di costruire rapporti di amicizia e fiducia nei rapporti con altre Chiese.

Talvolta noi Trentini non siamo consapevoli del fatto che la nostra evangelizzazione è stata favorita da evangelizzatori venuti dall'Oriente, dalla Cappadocia…

E’ facile, dimentichiamo le cose. Ma è importante riportare queste radici alla memoria di tutti, viviamo in un mondo in cui sia cristiani di Occidente e Oriente vivono accanto gli uni e gli altri: dobbiamo consolidare questo affetto verso chi sembra diverso, ma in verità ha in comune elementi di fede e di grazia che costituiscono la Chiesa.

Veniamo al tema della sua relazione, i 500 anni dalla riforma luterana. Come guardare a questo evento oggi?

Mentre tutti i centenari precedenti sono stati passati con atteggiamenti gli uni contro gli altri.      Questo è il primo centenario in epoca ecumenica, in un tempo in cui cattolici e luterani hanno lavorato insieme per capire profondamente la realtà di quanto è avvenuto all'epoca, lasciando da parte la memoria polemica e cercando di vedere a che cosa è servita la riforma. Così è stato possibile che papa Francesco abbia subito accettato ad andare in Svezia per aprire quest’anno di commemoraziono di questo 500 anniversario

In un mondo in cui dobbiamo dare testimonianza comune della nostra fede è importante guardare il passato con una visione rinnovata e con un’amicizia nuova che permette di vivere i frutti di quel momento.

Lei sarà presente in Svezia in casa luterana accanto al Papa, cosa si aspetta da questo evento del prossimo 31 ottobre?

E’ un momento in cui si vedrà come luterani e cattolici hanno molte cose in comune. Sanno guardare non tanto alle divisioni, ma a quanto del Vangelo ci unisce.

A metà novembre Trento ospiterà un convegno internazionale promosso dalla CEI con importanti presenze del mondo riformato (vedi riquadro). Un altro passo sulla via dell'unità?

Tutte queste commemorazioni servono a cogliere quello che nella riforma c’è stato di positivo; troppo a lungo abbiamo coltivato visioni di rivalità; adesso abbiamo cominciato ad imparare che le cose non sono così in contrasto ma che vi sono elementi che bisogna cercare di mettere insieme.

Come ha trovato la realtà dell'ecumenismo trentino?

Ho incontrato i vostri responsabili ed ho riscontrato uno spirito molto attivo e molto positivo.

La nostra terra ha visto la nascita di Chiara Lubich…

E' una persona che ha capito che il futuro è della pace e del bene comune, non delle contrapposizioni e delle rivalità.

Ci conceda una domanda personale. Lei è fratello del cardinale Farrel, recentemente scelto dal Papa nel concistoro. A che cosa punta Papa Francesco con queste nomine?

Non solo con queste ultime scelte ma con tutto quel che fa, il Papa punta ad un unico messaggio: abbiamo bisogo di andare al cuore delle cose non basta essere crisitani di tradizione, di facciata, di apparenza; se vogliamo vivere in un mondo migliore dobbiamo prendere su di noi la responsabile del Vangelo .

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