Mele per mercati lontani

Il Consorzio Interregionale Ortofrutticolo (Cio) Sca sollecita gli associati a rinnovare l’assetto varietale. La scelta è rivolta a mele di qualità, ma anche dotate di durata, consistenza e maneggiabilità

Per l’Organizzazione di produttori CIO Sca con sede a Sarche il melo rappresenta più dell’88% dei conferimenti ed un valore della produzione commercializzata pari al 71% sul totale. Dati 2015: 59.597 quintali, 30.818.361 euro. Le cooperative e le aziende frutticole che vi aderiscono operano nelle province di Trento e di Bolzano e nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia.

L’assetto varietale riferito alle ultime tre annate di conferimento risulta così costituito: Golden 23,51%, Granny Smith 13,18%, gruppo Red 4.95%, Gala 23,31%, Fuji 5,83%, Crimson Snow 1,56%, Pink Lady 4,69%, altre varietà 22,97%.

La presenza delle Golden rappresenta quasi un quarto delle mele a livello di OP, ma risulta fortemente esuberante a livello territoriale, in particolare se riferita ai territori che fanno capo alle cooperative trentine Mondoagricolo, Consorzio ortofrutticolo Bassa Valsugana e Levico Frutta

Dai conferimenti del triennio 2013-2015 il quadro varietale risulta composto da Golden 61,84%, Granny 0,73%, gruppo Red 8,09%, Gala 15,51%, Fuji 6,18% e Crismon Snow 0.12%, altre varietà 7,53%.

Questo assetto, è scritto nella relazione che accompagna il piano operativo UE del prossimo triennio, poteva considerarsi confacente negli anni 2000 quando la destinazione delle mele era rivolta in prevalenza all’ambito nazionale, ma non rispecchia le nuove esigenze di un mercato rivolto in prospettiva verso paesi sempre più lontani.

Si renderà necessario un deciso aumento dell’esportazione anche e soprattutto rivolto al settore della grande distribuzione che considera prioritarie la tenuta (self-life), la consistenza e la maneggiabilità delle mele rispetto alle caratteristiche estetiche ed organolettiche. L’esigenza di un radicale mutamento soprattutto a livello trentino si può desumere, citiamo ancora dalla relazione del direttore Franco Benamati, anche dalla tabella dei prezzi di vendita delle singole varietà, media del triennio 2013-2015 espressi in centesimi di euro a chilogrammo: Golden 0,47-0,45-0,31; Granny 0,45-0,39-0,32; gruppo Red 0,53-054-0,46; Gala 0,61-0,74-0,65; Fuji 0,70-0,74-0,60; Crismon Snow 0 – 0,80-0,90; Pink Lady 0,93-0,99-0,61. Si tratta di prezzi al lordo. Ad essi si devono applicare le detrazioni da parte della OP e delle singole cooperative per avere l’effettivo ammontare di quanto va in tasca ai produttori. Le variazioni nelle diverse campagne commerciali sono dovute all’andamento di mercato. I prezzi delle singole varietà mettono in evidenza forti differenze legate al valore delle mele.

Basandosi sulle considerazioni e valutazioni sopra riportate i vertici della OP CIO sca hanno sottoposto all’assemblea degli associati che si è svolta il 19 settembre 2016 una delibera che regola l’accesso dei soci al contributo che l’Unione europea dovrebbe concedere sulla base delle indicazioni contenute nel programma di rinnovo varietale inserito nel piano operativo. Saranno esclusi dal finanziamento rinnovi che prevedono la messa a dimora di meli Golden e Granny; verrà data priorità di accesso a mele di varietà innovative tipo MC38, Rosy Glow, Isaaq, RS1 e RM1 a polpa rossa. Troveranno successivo spazio le varietà di melo Gala esclusivamente per nuovi cloni (Schniga, Schnico red e similari), Fuji (con i cloni Kiku, Fubrax, Ko-cif, San-cif, Fusion e similari) e per i nuovi cloni del gruppo Red (Roat, Jeromine e similari).

Abbiamo scelto di dedicare spazio al programma innovativo del CIO per la giustezza dell’impostazione, ma anche perché si tratta di una OP spesso ignorata dai media locali.

Sappiamo che nella tornata di Interpoma che si svolgerà a Bolzano dal 24 al 26 novembre 2016 il tema delle nuove scelte varietali in previsione di forti cambiamenti produttivi, commerciali e di gusti dei consumatori a livello mondiale sarà affrontato da grandi esperti. Dobbiamo anche costatare che l’Alto Adige e le Op che vi operano si sono da tempo impegnate nel promuovere un adeguamento dell’assetto varietale alle prospettive future. In questo sforzo sono state validamente sostenute dalla Stazione sperimentale agraria di Laimburg e dal Centro di consulenza per la frutticoltura dell’Alto Adige.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina