Un anno di grazia

Alla chiusura del giubileo della Misericordia ricordati in Duomo i “frutti” di quest'itinerario, “il perdono dato e ricevuto”. Consegnato il pallio a mons.Tisi

Con il canto corale del “Magnificat” l'assemblea riunita in Duomo domenica 13 novembre per la conclusione dell'Anno Santo ha espresso il suo inno di lode per questo “tempo prezioso di misericordia e di conversione”; anche nelle preghiere della solenne Eucaristia, nell'anniversario della Dedicazione della Cattedrale, si sono ricordati “i tanti frutti di bene”, come “i numerosi pellegrinaggi, i momenti di preghiera e di catechesi, le celebrazioni penitenziali, i gesti di carità e di condivisione, il perdono offerto e ricevuto”. E così, all'uscita dalla Porta della Misericordia verso piazza Duomo, l'affidamento a Maria Madre della Misericordia è stato anche un mandato a vivere la gioia del Vangelo nelle proprie comunità.

La conclusione dell'itinerario giubilare (vedi anche pag.14) è coincisa anche con il gesto simbolico della consegna a mons. Lauro Tisi del pallio, la piccola stola bianca d'agnello decorata con sei croci nere e benedetta dal Papa nel giorno dei Santi Pietro e Paolo. Come inviato di Papa Francesco è venuto a Trento il Nunzio Apostolico in Italia, mons. Adriano Bernardini, arcivescovo titolare di Faleri, che nel suo saluto ha illustrato il simbolo della comunione con il Vescovo di Roma e della dignità di Metropolita dell'Arcidiocesi di Trento. “Questo pallio – ha scandito prima di imporlo sulle spalle di mons. Lauro – sia per te simbolo di unità e tessera di comunione con la Sede Apostolica, vincolo di carità e richiamo alla fortezza evangelica”. Mons. Bernardini aveva arricchito il suo saluto con un breve ma puntuale richiamo alla tradizione ecclesiale della terra trentina, sottolineando anche il contributo dei vari pastori che hanno preceduto Tisi.

E all’inizio della sua omelia egli si è rivolto proprio al vescovo Luigi Bressan “guida premurosa e saggia” che “Ci ha educato all’universalità della Chiesa” ed ha poi ringraziato anche il vescovo di Bolzano- Bressanone Ivo Muser: “Grazie per la preziosa vicinanza in questi primi mesi del mio ministero: la tua esperienza mi è di grande aiuto. La comunione tra le nostre due Chiese è uno dei doni più belli di questi ultimi anni e ci invita a una collaborazione sempre più intensa: abbiamo davanti un unico Vangelo e la sfida di annunciarlo insieme.Accanto a te, vescovo Ivo, voglio ricordare il vescovo Karl: dalla sua cattedra di dolore ci ricorda l’impegno di abitare la sofferenza, così come la abita Dio”.

Prima del “Padre nostro” e alla benedizione in piazza, l'Arcivescovo ha voluto ricordare anche gli ammalati e le persone che fanno più fatica: “Abitare la vita è vivere per qualcuno diverso da noi stessi”.

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