“La pace è virtù attiva”

E' stata dedicato al tema della pace e della sicurezza il quarto discorso di Papa Francesco al Corpo diplomatico, lunedì 9 gennaio. La pace è "virtù attiva" da esercitare contro il "terrorismo fondamentalista", ha spiegato il Papa chiamando a raccolta non solo i capi di Stato e di governo, ma tutte le "persone di buona volontà". Tra le priorità, l'impegno comune per migranti, profughi e rifugiati e la necessità di "aggiornare l'idea di Europa", per un "nuovo umanesimo" che ne scongiuri il declino.

In un mondo dominato da “conflitti insensati” e da “un senso generale di paura”, la pace è troppo spesso “un lontano miraggio”, Francesco vuole “rivolgere una parola di speranza, che indichi anche una prospettiva di cammino, nel clima di generale apprensione per il presente e d’incertezza per l’avvenire, nel quale ci troviamo immersi”. L’appello è indirizzato non solo ai capi di Stato e di governo, ma a tutte le “persone di buona volontà”, chiamate a fare ognuna la propria parte per promuovere la pace. A cominciare dalle religioni, sollecitate a dire no al “terrorismo  fondamentalista”. Pace, insomma, come “virtù attiva”, da realizzare facendo della misericordia un “valore sociale” e da concretizzare attraverso “un impegno comune nei confronti di migranti, profughi e rifugiati”. Un “approccio prudente” che non comporta “politica di chiusura”, né si esplica tramite “un semplice conteggio numerico”.

Il terrorismo “di matrice fondamentalista” è “una follia omicida che abusa del nome di Dio per disseminare morte”, tuona il Papa citando le “numerose vittime” che ha mietuto lo scorso anno in tutto il mondo. “Non si può uccidere in nome di Dio”, ripete: l’antidoto è “il comune contributo dei leader religiosi e di quelli politici”. No, allora, al “quieto vivere”, sì invece alla pace come “virtù attiva”, che “richiede l’impegno e la collaborazione di ogni singola persona e dell’intero corpo sociale nel suo insieme”. “Edificare la pace” vuol dire anche esercitare la giustizia “con il perdono”, come hanno fatto alcuni capi di Stato o di governo, accogliendo l’invito di Bergoglio “a compiere un gesto di clemenza verso i carcerati”.

Sul versante dell’accoglienza servono “gesti concreti di umanità”, come è accaduto e accade in Italia, Germania, Grecia e Svezia. “I bambini e i giovani sono il futuro, non possono venire egoisticamente trascurati e dimenticati”, ammonisce il Papa definendo “prioritaria” la difesa dei bambini, “la cui innocenza è spezzo spezzata sotto il peso dello sfruttamento, del lavoro clandestino e schiavo, della prostituzione o degli abusi degli adulti, dei banditi e dei mercanti di morte”. “La Santa Sede rinnova il suo pressante appello affinché riprenda il dialogo fra israeliani e palestinesi, perché si giunga ad una soluzione stabile e duratura che garantisca la pacifica coesistenza di due Stati all’interno di confini internazionalmente riconosciuti” ha detto il Papa che per l’Europa chiede di “aggiornare l’idea di Europa”, per “dare alla luce un nuovo umanesimo basato sulle capacità di integrare, di dialogare e di generare”.

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