Il dialogo va seminato e coltivato

Tante classi al “Vigilianum” s'incontrano con le fedi. Un reportage della rivista “Credere”

Rappresenta un'esperienza singolare quella avviata da qualche anno dall'Ufficio ecumenico diocesano per avvicinare i giovani alle religioni e al valore del dialogo ecumenico. Se ne occupa nel numero in edicola giovedì 19 gennaio anche la rivista dei Paolini “Credere” con un reportage da Trento che racconta le due ore trascorse da una classe di Mezzocorona nell'aula didattica del “Vigilianum”. “Nel 2016 – scrive l'inviata Vittoria Prisciandaro – circa 250 classi hanno usufruito di un’offerta qualificata, che in pochi mesi ha conquistato anche i più scettici, proprio per la serietà di una proposta che mira a far conoscere e ad approfondire il nodo affascinante che lega la cultura e le religioni”.

Il servizio segue le spiegazioni offerte da uno degli operatori, Tommaso Bonazza, e si sofferma sulla “scatola del dialogo”, che attraverso alcuni oggetti molto comuni aiuta a recuperare la memoria: una candela (“come tante candeline le religioni, una accanto all’altra, illuminano il cammino della vita, ognuna rimane se stessa senza perdere la sua storia”); una lente di ingrandimento (“per entrare nel mondo senza superficialità”);  una caleidoscopio, delle cuffiette, un dizionario…e poi un paio di guanti “per proteggere e accarezzare, per riscaldare e trattare con gentilezza”.

“La conoscenza è la parola più importante nei nostri percorsi”, dice Alessandro Martinelli, il responsabile dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo. “Lavorare su archivi e biblioteche, organizzare queste attività vuol dire occuparsi di spiritualità, cioè di formazione dell’uomo”, spiega Leonardo Paris, teologo, direttore del Vigilianum.I percorsi più gettonati, vista anche l’urgenza del tema, sono comunque quelli che parlano espressamente di religioni: dall’ecumenismo “Cristiani diversi, diversamente cristiani” al dialogo interreligioso “Sotto lo stesso cielo. Le religioni e il loro dialogo tra realtà e pregiudizi”, fino all’ultimo arrivato per i Cinquecento anni della Riforma: “Sulle tracce di Martin Lutero”.

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