“Il modo migliore per crescere”

Martedì sera a Sanbapolis un incontro per riflettere sull’importanza educativa, preventiva, sociale ed anche economica dello sport. Presente anche il presidente del CONI, Giovanni Malagò

Niente unisce una comunità come lo sport. Coinvolge tutte le fasce d'età, non conosce barriere geografiche o territoriali, è una passione che direttamente o di sfuggita trascina tutti nel proprio vorticoso entusiasmo. Questa fonte inesauribile di emozioni, di fatica arricchente, di amicizie e di esperienze è uno dei patrimoni più preziosi e dinamici di ogni comunità.

Ma lo sport è sempre educativo? E come possono le istituzioni promuovere in maniera incisiva la buona pratica dello sport? Martedì sera a Sanbapolis, stuzzicati dalle domande di Paolo Crepaz, ne hanno discusso con competenza e buon piglio quattro personaggi di rilievo “pescati” all'interno del mondo dello sport e dell'università, due realtà non a caso legate a filo doppio.

Don Alessio Albertini, fratello del Demetrio ex centrocampista del Milan e della Nazionale, è il parroco del Csi nazionale e di un grande oratorio nel milanese: “Lo sport – ha detto nel suo intervento – è uno strumento, e come tale deve essere utilizzato bene per essere davvero formativo: in ogni caso, è il migliore modo per crescere. Tutto parte da dirigenti, genitori e allenatori: non bisogna avere l'obiettivo di formare campioni, ma uomini e donne che possano anche essere campioni. È una differenza fondamentale che spesso sfugge, per questo a volte lo sport può anche fare tanto male”.

Concetto ripreso con enfasi anche da Walter Bolognani, tecnico di nuoto fresco di partecipazione olimpica. “Bisogna ricordarsi che il divertimento è il punto fondamentale, specialmente per i giovani e giovanissimi: accanto a questo, è dovere di ogni buon tecnico riuscire a costruire un percorso che faccia affrontare agli atleti anche regole e difficoltà. Aggiornandosi sul mondo di oggi, cambiando e migliorando giorno dopo giorno, cercando di interfacciarsi con i ragazzi in modi originali e arricchenti per entrambi”.

Fabio Poli è uno dei più stretti collaboratori di Damiano Tommasi all'interno dell'Associazione Italiana Calciatori, oltre che uno dei più importanti promotori della nuovissima Università del Calcio. “Lo sport è una sorta di 'social network reale' – ha detto l'avvocato Poli -, nel senso più bello del termine: mette le persone in contatto, le fa crescere assieme. È importante avere modelli sostenibili e responsabili, ma dobbiamo cercare di essere più seri e meno 'seriosi': la professionalità è importante, cerchiamo di non appesantire troppo i toni pedagogici dei nostri discorsi”.

Che Trento e il Trentino siano impregnati di sport in ogni campo lo dimostrano anche i numeri, come quelli ricordati da Edo Grassi, che ha condotto per l'Università di Trento alcune interessanti ricerche circa l'impatto economico dell'attività sportiva sul prodotto interno lordo della regione: “Si tratta di numeri notevoli: qui siamo intorno al 6,5% di PIL generato dallo sport, parliamo di oltre un miliardo di euro. Ma l'impatto generale è ben superiore a questo, visto che l'aspetto economico è solo uno dei tanti benefici: c'è un contesto più ampio da considerare, sociale e comunitario”.

A partire, perché no, anche dagli oratori, vere e proprie palestre di vita: è l'idea espressa dal vicario generale della diocesi di Trento, don Marco Saiani, che in gioventù è stato ottimo atleta nella corsa a ostacoli, raggiungendo anche la partecipazione ai campionati italiani: “I nostri oratori devono favorire l'accoglienza e l'apertura agli altri, per tutti. È troppo importante creare relazioni, oggi, e per questo è necessario puntare molto sulla formazione di allenatori ed educatori”.

Perchè poche “agenzie educative” trasmettono in maniera così naturale valori come l'integrazione, il lavoro di squadra, l'attenzione alle regole e la propensione alla fatica e all'impegno: “Lo sport educa perché ti insegna a vincere – ha aggiunto don Albertini -, ti dà stimoli e obiettivi: non dobbiamo accontentarci dalle facili frasi fatte come 'l'importante è partecipare'. Si dà il meglio di sé e si fanno sacrifici per la vittoria: la cosa interessante è capire cosa possa significare 'vittoria'. Per me dovrebbe significare riuscire ad essere la versione migliore possibile di se stessi, spingersi fino ai propri limiti: non si tratta di risultati; più grande è la fatica, maggiore è il successo”.

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