La Memoria viaggia sulle pagine

Un tour letterario ha portato fuori da Auschwitz le parole dei sopravvissuti. Anche i giovani trentini ne raccolgono la testimonianza

"Mai più". Parole che non hanno il sapore di un rito stanco, ma la forza vitale innestata sulla memoria diventata testimonianza costante. Sono le parole dei sopravvissuti e sono anche "Pagine di memoria: la Carovana", il tour letterario che nell'agosto scorso ha fatto tappa nel capoluogo grazie ad un progetto culturale curato dall'associazione Terra del Fuoco Trentino e dai partecipanti al Treno della memoria in collaborazione con Jadwiga Pinderska Lech, direttrice della casa editrice del Museo statale di Auschwitz, ospite alla celebrazione ufficiale del Giorno della Memoria, svoltasi venerdì 27 gennaio nel 72° anniversario dall'abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, nella sala Falconetto di palazzo Geremia, a Trento.

"All'inizio il Museo era visitato solo da polacchi, poi in seguito alla caduta del muro di Berlino, è diventato meta dei cittadini di tutte le nazioni e nel 2016 è stato visitato da più di 2 milioni di persone e 146 mila italiani, metà dei quali sono classi di studenti che arrivano con il Treno della memoria", ha detto Jadwiga Pinderska Lech, da 15 anni direttrice delle collane editoriali del Museo di Auschwitz-Birkenau, ricordando che tra qualche mese sarà celebrato il 70° anniversario essendo stato istituito con legge del Parlamento polacco il 2 luglio 1947.

“Mai più” è il messaggio contenuto nelle pagine dei libri pubblicati dal Museo che raccolgono le testimonianze dei sopravvissuti al lager nazista, per scelta etica e programmatica non distribuiti nei normali canali editoriali, ma in vendita solo nelle sette librerie presenti al suo interno. “Per la prima volta questi volumi sono usciti dalle sue mura – ha spiegato Lech -, e hanno cominciato a viaggiare, raggiungendo così una vasta platea di lettori”. La “Carovana. Storie, voci e racconti da Auschwitz-Birkenau”, progetto itinerante di promozione della lettura legata alla memoria della Shoah e della Resistenza, è infatti partita lo scorso maggio dal Salone internazionale del libro di Torino ed è arrivata a Trento in agosto grazie all’iniziativa di un gruppo di volontari del Treno della memoria. “Quando l’Onu ha istituito la Giornata della memoria – ha proseguito la direttrice -, tra le 10.000 persone che parteciparono a Birkenau vi erano 1000 superstiti, oggi sono solo una sessantina. Uno di loro disse che c’è solo una cosa peggiore di Auschwitz, che il mondo dimentichi l’esistenza di un posto come quello. I libri sono strumento di testimonianza e di conoscenza, diffondono il grido dei sopravvissuti affinché tali tragedie non si ripetano”.

Il numero di testimoni diretti si riduce sempre più, ma Auschwitz, luogo per eccellenza della memoria, è capace di sprigionare forze attive: "I giovani non sono semplici fruitori, ma protagonisti della trasmissione del ricordo: sono loro il futuro del Giorno della memoria insieme alla forza dei libri del Museo, stampati in 21 lingue, e dei percorsi didattici dedicati alla Shoah", ha detto il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino Giuseppe Ferrandi ricordando l'incontro di Lech con oltre 200 studenti trentini avvenuto in mattinata alle Gallerie di Piedicastello.

"Noi chiediamo ai sopravvissuti all'olocausto come sia stato possibile lo sterminio, i nostri nipoti ci chiederanno della tragedia dei migranti – ha commentato la presidente del Consiglio comunale Lucia Coppola, attualizzando il senso del fare memoria -: Auschwitz ci interroga ora e chiede di saper leggere e comprendere il presente, ispirando il nostro agire a principi di cultura e umanità".

"Come nascono i lager? Facendo finta di niente", ha detto il sindaco Alessandro Andreatta citando la domanda di Enzo Biagi a Primo Levi e sottolineando che in tutto il Trentino la memoria è coltivata con attenzione e con una varietà di linguaggi, dal teatro al cinema, dalla musica alla letteratura, che scongiurano il rischio dell'oblio.

L'incontro si è concluso con l'invito del commissario del Governo della Provincia di Trento Pasquale Gioffré a essere guardiani del rispetto della dignità umana, mantenere costante vigilanza e tramandare la memoria delle vittime della Shoah e di chi è stato deportato e internato durante la seconda guerra mondiale, uniti nella comune lotta per la libertà, e con la consegna di tre medaglie d'onore alla memoria di Arturo Tomasi, Aldo Spagnolli e Giovanni Spagnolli e di tre medaglie della Liberazione a Tosca Giordani, staffetta che portò sostegno ai partigiani della Vallagarina, ai nipotini di Ferdinando Nardelli e a Mario Zanella.

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