“Salvate la Via Crucis”

Gardolo. In ogni paese del Trentino un tempo esisteva la Via Crucis; a volte essa raggiungeva il convento dei padri francescani, oppure qualche santuario mariano o qualche chiesetta antica. Se ne vedono ancora profilarsi lungo certi sentierini, a fianco di antichi cipressi. I capitelli erano dipinti con figure non sempre di grande livello artistico, ma emozionanti, perché risvegliavano la pietà verso la Passione di Gesù.

A Gardolo, gli antichi “caputei” ci sono ancora , così come il sentiero che un tempo le processioni percorrevano in preghiera. Si tratta di un percorso in salita, forse un po’ faticoso per persone non più giovani. Ma si svolge in mezzo al verde spontaneo della vegetazione originale ed emoziona al ricordo della devozione popolare. È lontano dal traffico e offre delle belle vedute sulla valle dell’Adige.

La Via Crucis è antica, come appare nelle memorie di famiglia del conte Francesco Crivelli, conservate nell'archivio parrocchiale di Gardolo (nella Teca A, Chiesa e Cappelle, Fasc. Via Crucis, Monte Croce, 1624). I capitelli si stagliano sul muro che circonda il territorio che era un tempo della proprietà Crivelli e i conti le amavano se già nel 1881 le fecero restaurare con l'aiuto della popolazione di Gardolo.

Poi, il declino. “È un peccato che i 'caputei' abbiano perso le immagini che li vivacizzavano e dimostrino l’età con crepe, cadute di intonaco e di tratti di muro”, commenta la delegata FAI, Margherita Cinelli. “Ogni tanto si intravvedono i colori che un tempo li ornavano, il rosa settecentesco e la traccia di qualche graziosa cornice.

Alla fine del percorso si arriva ad una minuscola cappellina, che all'interno conserva ancora qualche traccia di affresco e sul pianoro antistante si erge la grande croce in pietra con la data 1727.

“Il FAI, che ritiene importante conservare le tracce del passato, anche in questi monumenti di interesse più storico – sentimentale che artistico, auspica che questo piccolo tesoro venga conservato e restaurato”, continua Cinelli. “Per questo si unisce alla richiesta di quei cittadini di Gardolo che vorrebbero vedere restaurati i vecchi capitelli e – conclude la delegata FAI – si rivolge ai politici e agli amministratori locali sperando che la loro sensibilità li aiuti a trovare il modo per salvare i 'caputei' di Gardolo.

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