Il medico dei contadini

“Differenza tra agricolo e rurale:chi lavora in campagna, chi vive in campagna. A noi interessa l’igiene della comunità rurale. E’ difficile fare distinzione fra agricolo e rurale. Quali erano i problemi 30-40 anni fa nell’ambiente rurale? Mortalità infantile e malattie infettive. Oggi abbiamo una patologia da aree ad alto reddito. Malattie cronico-degenerative e tumori. La situazione rurale e urbana si sono avvicinate”.

E’ l’incipit della prima di una serie di lezioni tenute dal dott. Mario De Dot agli studenti dell'Istituto tecnico agrario di S. Michele all’Adige nell’ambito di un corso di igiene rurale. La data: 4 novembre 1985. I futuri periti agrari partecipavano numerosi, anche se le conversazioni si tenevano a fine giornata. All’epoca il dr. Del Dot era ufficiale sanitario del Comune di Trento e direttore del Consorzio sanitario Valle dell’Adige. Qualche accenno alla biografia del personaggio per far capire meglio l’intensa attività di medico dei contadini iniziata nel 1962 quando gli è stata assegnata la condotta medica di Tuenno (Val di Non).

Nato a Mezzolombardo il 17 agosto 1930, ha frequentato il liceo Prati di Trento e si è laureato in medicina a Pavia nel 1955. Prima di assumere la condotta si era specializzato in odontoiatria a Pavia. E aveva poi svolto la professione di dentista intercalando questo lavoro con supplenze temporanee.

L’impatto con i fitofarmaci e la salute degli agricoltori fu quasi immediato. Poco dopo l’insediamento dovette occuparsi dei primi casi di avvelenamento acuto da esteri fosforici che allora si usavano senza molte precauzioni. Si deve alla sua intraprendenza l’iniziativa di far dotare l’ospedale civile di Cles dell’antidoto che poteva salvare dalla morte per avvelenamento da esteri fosforici. Così stato almeno in due casi. Altro lavoro avviato nel periodo di permanenza a Tuenno (il servizio è cessato nel 1970) e proseguito dopo, quando operava presso il comune di Tento è la “Ricerca dinamica comparativa sui livelli di pesticidi clorurati organici di sintesi in campioni di popolazione urbana e rurale della Provincia di Trento. Del Dot prelevava campioni di grasso umano all’ospedale di Trento e li faceva analizzare presso il laboratorio di analisi e ricerca dell’Istituto agrario di S. Michele (Gino Stringari e Danilo Avancini).

La ripartizione in due periodi è servita per la comparazione dei dati e la messa in evidenza di cambiamenti della quantità di residui tossici nella popolazione rurale e cittadina. A dimostrare l’ antiveggenza di Del Dot nell’anticipare tempi e metodi da adottare nel monitoraggio della salute della gente, citiamo il titolo di un quaderno che riporta le relazioni e gli interventi di un convegno da lui promosso e che si è svolto a Trento il 17 dicembre 1977: “Antiparassitari agricoli e salute umana”. Il contenuto si desume dai titoli. “Moderni criteri di valutazione epidemiologica e tossicologica come base per un organizzazione di servizi sanitari”. “Integrazione dei mezzi di difesa antiparassitaria come alternativa alla lotta chimica a calendario”. “Il problema del monitoraggio di operatori agricoli esposti ad organo-fosforici, due esperienze in provincia di Trento”. “Studio chimico e neurofisiologico sugli effetti degli antiparassitari agricoli”. Alcune relazioni sono state svolte da professori universitari con i quali Del Dot aveva già da tempo rapporti di stima e collaborazione e che alla preparazione accademica avevano aggiunto una diretta esperienza pratica di pieno campo.

Significativo l’intervento di Carlo Bridi allora direttore dell’Unione Contadini di Trento: “Per i problemi della salute dei contadini, salvo qualche iniziativa volontaria buona e meritoria, ben poco l’Ente pubblico ha fatto. Avendo perso tanti anni prima di muoversi in questo settore, è ora necessario bruciare tempi”.

Negli anni successivi fino al pensionamento il dott. Del Dot ha assunto altri incarichi importanti e svolto ricerche, da solo o con colleghi, che hanno continuato il solco avviato e rappresentato la base per continui progressi nel settore dei fitofarmaci e della medicina del lavoro.

Tra gli incarichi merita evidenza il duplice invito delle Università di Padova e Verona a tenere corsi di medicina del lavoro agli specializzandi nello specifico settore. Meriterebbe a tale proposito maggiore spazio l’attività svolta nel campo delle malattie legate al lavoro agricolo e soprattutto dei disturbi conseguenti all’impiego continuato di macchine e attrezzature agricole. Le ricerche sono state condivise con colleghi forse anche più preparati sul piano tecnico e metodologico o dell’indagine statistica.

Ma Del Dot li ha superati tutti per dedizione e passione unite ad una forte capacità di coinvolgimento nella veste di comunicatore.

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