In cammino verso le periferie

Sabato 4 marzo alle 20.30 le donne cristiane delle Filippine invitano ad ascoltare le loro storie

Mubuhay! Vieni al centro e racconta la tua storia! Con questo invito inizia la liturgia della Giornata Mondiale di preghiera, che ogni anno si celebra in oltre 180 paesi del mondo. Ideata da donne cristiane di diverse confessioni nel 1887 negli Stati Uniti, la Giornata Mondiale di Preghiera ecumenica delle donne (GMP) è diventata rapidamente un movimento ecumenico e si è diffusa in tutto il mondo.

La preghiera viene elaborata ogni anno da un gruppo di donne di una nazione diversa; quest’anno sono le donne cristiane delle Filippine ad offrire la traccia. Su questo filo conduttore delle donne filippine, il Gruppo Samuele ha predisposto la serata, preghiere, canti, testimonianze e danze, riflessioni e gesti concreti. Sono 25 anni che il Gruppo Samuele offre questa possibilità nel primo sabato di marzo, in unità di preghiera davvero ecumenica con il mondo. Da subito il tam tam della comunicazione amicale ha portato a riempire la Basilica di Sanzeno, per una preghiera ecumenica che ormai è attesa e ampiamente partecipata in particolare da tante e da tanti.

Le donne delle Filippine ci invitano ad ascoltare le loro storie: si tratti di storie di donne vittime di violenza domestica o della tratta, o della vita di collaboratrici domestiche migranti, all’interno o all’estero, oppure di storie di donne ferite gravemente da catastrofi ambientali, non possiamo ascoltarle senza pensare alle strutture ingiuste che rafforzano l’ineguaglianza economica, alle conseguenze delle variazioni climatiche che intensificano i fenomeni meteorologici, o al nostro stile di vita prodigo che rende i poveri sempre più poveri.

L’immagine della liturgia di quest’anno, creata dalla giovane artista filippina Rowena «Apol» Laxamana-Sta Rosa, vuole far intravedere alcuni aspetti tipici e molto diversi tra loro della vita nelle Filippine: da una parte, espressa prevalentemente in toni grigiastri, la civiltà urbana col suo alto livello tecnico, dove si riscontra però anche povertà; dall’altra parte scene idilliache, quasi paradisiache, che evocano regioni rurali apparentemente non contaminate dalla civiltà moderna. Al centro dell’immagine e superando tutto appare una figura femminile che, col suo occhio velato e la bilancia nella mano, si ricollega ostentatamente alle rappresentazioni allegoriche della giustizia.

In effetti, la giustizia è proprio il tema centrale della liturgia, che si snoda intorno alla nota parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16). Il racconto vuole dimostrarci la giustizia del regno di Dio, che tratta tutti allo stesso modo, dando a ciascuno lo stesso salario, indipendentemente dalla sua prestazione. Non è pensabile che chi ha faticato meno venga ricompensato nello stesso modo. Il testo pone molte domande e non è facile trovare risposte esaurienti e che ci facciano riflettere sulla situazione in cui ci troviamo oggi.

A proposito di giustizia, le donne filippine attirano la nostra attenzione su una pratica culturale tradizionale della loro agricoltura, il Dagyaw. Il Dagyaw è una modalità di lavorazione dei campi in comune, in cui nessuno è pagato, ma ognuno è partecipe di una parte del raccolto. “E’ un buon metodo per mantenere e costruire una comunità, per realizzare una compassione e premura reciproche”, dicono le curatrici della liturgia.

Obiettivo della preghiera, che il gruppo Samuele anima e offre a tutte e tutti, è quello di “informarsi per pregare e pregare per agire”. Donne di etnie, culture e tradizioni diverse si incontrano in questo modo attivando una comunicazione più fraterna e una reciproca comprensione che stimolano una solidarietà che poi si snoda durante tutto l’anno.

L’appuntamento è a Sanzeno, sabato 4 marzo alle 20.30 nella basilica dei Martiri Anauniesi.

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