Ma il senso del viaggio non è la meta…

Guido Van Genechten, In viaggio – Giralangolo, 2017 – 28 p. – € 15,00 – Età di lettura: da 4 anni

Per i veri viaggiatori non è importante la meta quanto il viaggio. Arrivare da qualche parte non è fondamentale, più significato ha muoversi, fare esperienze, aprirsi a persone, luoghi, modi di vita diversi. Il senso del viaggio sta nel vedere come il viaggio stesso cambia il viaggiatore e, al ritorno, lo faccia riconsiderare con occhi diversi ciò che ha lasciato. Sembra impossibile, ma di tutto questo racconta “In viaggio” (Giralangolo) di Guido Van Genechten. Una facile dolce storia di un ranocchio che non ha mai lasciato il suo paesino di montagna e che un giorno viene invitato dal suo amico porcospino ad andare con lui in viaggio sulla sua decapottabile rossa. Non gli dice dove sono diretti: ogni pagina si apre su un paesaggio nuovo che incuriosisce e affascina i due animaletti. La domanda che all'inizio il ranocchio continua a porre è “siamo arrivati?” ma presto si trasforma in “possiamo proseguire ancora?”. Finché i due ritornano al paese da cui sono partiti e il ranocchio, trasformato lui stesso dal viaggiare, lo trova diverso, molto cambiato.

Un albo illustrato nuovissimo che può essere letto semplicemente come una storia simpatica, ma che si può leggere anche come metafora del crescere: quale viaggio è più affascinante del diventare grandi? Crescere non significa stupirsi di tutto? Continuare a vedere cose nuove o vedere le stesse cose con occhi sempre diversi?

Con i bambini intorno ai 4 anni un albo come questo permette di divertirsi, di spaziare con la fantasia. La curiosità del piccolo ranocchio è come quella di un bambino che cresce e si entusiasma per ogni cosa nuova. E si sa, dove i piccoli – anche inconsapevolmente – si riconoscono, lì scatta il piacere di leggere e ascoltare e quindi lì sta il valore dei libri e delle storie. I due animaletti amici incarnano le posizioni di chi è curioso e sta imparando e di chi si butta alla scoperta del mondo senza preoccuparsi della meta, due atteggiamenti tipicamente da bambino davanti a ciò che è, ciò che sarà, ciò che conosce e ciò che cambierà. Un processo che non finisce mai e alla fine avere in mano una conchiglia per ascoltare di nuovo il mare fa continuare a sentirsi “in viaggio”.

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