Balcani, il perdono necessario

Una telefonata che non aspetta, che arriva da un passato che voleva fosse ormai alle spalle, ma che riemerge, con forza. Vesna è un infermiera, lavora a Zagabria, in Croazia. Lei è serba, un marito criminale di guerra, Žarko, che non vede e non sente da vent’anni. Incubi che tornano a galla, lutti non ancora elaborati né tantomeno risolti, che fanno sprofondare e portano indietro nel tempo, a quel mattatoio che è stata la ex Jugoslavia degli anni Novanta del secolo scorso, a quelle guerre che hanno disgregato il Paese e che hanno lasciato, ancor oggi, segni indelebili.

Ma non solo. Perché Dall’altra parte, del croato Zrinko Ogresta (regista che alla fine del secolo scorso ha partecipato al concorso della Mostra del cinema di Venezia con Red Dust ed è stato premiato a Karlovy Vary con In Here) – va seguito con attenzione fino in fondo, è complesso e colpisce, proponendo un finale in qualche modo a sorpresa, batte in faccia visioni multiple, sfaccettature complesse, quasi a dire che le storie, tanto più quelle personali, e ancor di più se proiettate sul palcoscenico della Storia, portano con sé un condensato di percezioni, sentimenti e fragilità ben difficilmente classificabili, sempre e comunque unico.

Distribuito per l’Italia da Ciné Club Internazionale, Dall’altra parte, passato all’ultima Berlinale ma anche al Trieste Film Festival e alla rassegna fiorentina Balkan Florence Express, è in programmazione la settimana prossima al cinema Astra di corso Buonarroti a Trento, alle ore 21, da lunedì 3 a mercoledì 5 aprile, nei giorni, tra l’altro, che precedono la ricorrenza dell’inizio dell’assedio di Sarajevo, era il 1992, durato 1000 giorni. Lunedì la serata sarà introdotta da Marzia Bona dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, il thing tank roveretano che si occupa di sud-est Europa, Turchia e Caucaso.

Interpretato, tra gli altri, da Lazar Ristovski (Underground, La polveriera), Tihana Lazovi (Sole alto) e da Ksenjia Marinković (A Good Wife), Dall’altra parte (1 ora e 20 minuti in tutto) è stato il candidato della Croazia agli Oscar di quest’anno come miglior film straniero e ha vinto diversi premi al Film Festival di Belgrado, al Pula Film Festival e all’Este de la Plata Film Festival, in Argentina.

“Il tema di cui questo film parla – ha dichiarato il regista, qui al suo settimo lavoro – è qualcosa di cui mi occupo da anni, ed è il tema del perdono: siamo capaci di perdonare senza però fare del male alle persone innocenti che sono intorno a noi? Anche se la tragedia che ha colpito questa parte d’Europa una ventina d’anni fa viene spesso trattata nel film, penso che sia passato abbastanza tempo da quegli anni sfortunati e, in questo senso, ho raggiunto una sorta di catarsi personale. Ecco perché in questo film ho cercato non di giudicare ma di capire. Sia chi sta da questa che chi sta dall’altra parte”.

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