Oratori, dove cresce il “noi”

Nell'assemblea dei Circoli trentini il valore comune del servizio. Suor Curzel: “Per me l'oratorio è stato importante”

Passare dalla prospettiva individualista dell'io a quella comunitaria del noi. Se c'è un vivaio utile per questi passaggi formativi (per dirla con il tema 2017 di “Educa”) è certamente l'oratorio che negli ultimi 15 anni ha ripreso vigore grazie al collegamento stretto con la Pastorale Giovanile e allo strumento di “Noi associazione”.

Lo scorso anno tre nuovi gruppi locali si sono affiliati, portando il totale a 86 circoli, dei quali 5 operanti nella diocesi di Bolzano – Bressanone e rappresentati nel direttivo come “esempio di collaborazione interdiocesana”. L'assemblea annuale di sabato scorso ha reso nell'aula magna del seminario il volto composito e appassionato dell'animazione oratoriana; si è ripercorso con il presidente don Marco Saiani e il coordinatore Mattia Diffini gli impegni di questi dodici mesi sottolineando il gradimento degli eventi formativi “per impregnare di senso ogni momento formativo” e per allenarsi a rielaborare il significato di quanto si realizza. Apprezzato anche il sostegno della segreteria (guidata da Carmen Pellegrini) sugli aspetti burocratici e fiscali, altrimenti insidiosi per i responsabili degli oratori.

Tra le realtà più significative la crescita del numero di giovani che hanno aderito ai progetti provinciali e nazionali seguiti da Noi Associazione. Sono in tutto 22 i servicivilisti (ma 5 sono stati salutati il 31 marzo) che operano in dieci diversi oratori: S. Michele, Lavis, Cembra, Gardolo, S. Pietro Trento, Dro, Arco, Riva del Garda, Borgo Sacco, Rovereto. Varie le attività di servizio: dall’accoglienza dei bambini e ragazzi in oratorio, alla realizzazione di interventi di animazione di carattere educativo, ludico, espressivo, a lavori di segreteria, alla realizzazione di manifesti e locandine…

In questa prospettiva formativa si muovono anche le sperimentazioni di alcuni oratori in percorsi di alternanza scuola-lavoro, grazie alla convenzione provinciale con Noi Associazione. Fra le iniziative diocesane più significative anche “Noi Cinema”, il circuito che ha coinvolto 16 oratori e altrettante sale cinemetografiche per la visione e il commento di film, con il supporto dell'Ufficio Comunicazioni Sociali: il tema “Vite intrecciate” si è rivelato particolarmente interessante anche sul piano esistenziale, a giustificare il coordinamento e l'onere organizzativo.

Nella mattinata, che ha visto anche l’approvazione dei bilanci e degli otto candidati al direttivo (vedi box), è stata proposta la testimonianza di suor Chiara Curzel “un luogo a cui senti di appartenere” e nel quale “trovare gli strumenti per ascoltare, comprendere e rispondere alla chiamata che il Signore rivolge”. La religiosa Venturina ha descritto poi cinque passi e altrettante domande: conoscere se stessi (“ma una volta che mi sono conosciuto, che cosa mi fa felice?”); lasciarsi conocere (“cosa dicono di me le persone che mi vogliono bene?”); conoscere dei modelli (“quale di questi mi affascina?”); conoscere le necessità (“cosa scava in me il bisogno dell’altro?”) e infine conoscere Dio. “E allora – ha concluso suor Chiara – l’esperienza di amicizia può diventare l’occasione per vedere nell’amico, la presenza di un’amicizia più grande che ti avvolge. La vita di comunità, lo stare insieme, il sentirsi gruppo può far gustare la gioia dell’essere Chiesa. L’esperienza del lutto, del dolore, del fallimento, a volte dell’iniziativa non riuscita, può diventare l’esperienza di un Dio che sempre ti aiuta a ricominciare; che dà senso anche a quelle cose che apparentemente senso non ne hanno”.

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