Il computer è fermo, ora usiamo il cellulare

Riserva più di una sorpresa la ricerca sull’uso del web e dei social in Trentino commissionata dal Corecom (il Comitato provinciale per le comunicazioni) presieduto da Carlo Buzzi alla Swg di Trieste e presentata martedì 11 aprile a palazzo Roccabruna, a Trento.

Premesso che è percezione abbastanza comune che sia ormai Internet la fonte principale – o perlomeno maggioritaria – dell'acquisizione delle notizie, si scopre invece che così scontato non è. Perché sul campione rappresentativo di 1200 trentini, maggiorenni, di tutte le fasce di età, intervistati da Swg, l’88% preferisce la cara “vecchia” televisione per informarsi, almeno riguardo alle notizie nazionali e internazionali (a grande distanza si posizionano le emittenti locali con le loro notizie dal territorio).

“E’ il canale centrale, cruciale”, ha sottolineato Riccardo Grassi, direttore di ricerca della società triestina che ha condotto l’indagine. Nel 68% dei casi i trentini aprono un giornale, nel 59% accendono il pc per collegarsi alla Rete e nel 52% ascoltano la radio. Percentuali che, seppur con una forbice leggermente più ampia, coinvolgono anche la fascia di ragazzi dai 18 ai 24 anni. Ed è certo un dato da tener presente perché la vulgata, il senso comune, li vuole comunque e sempre collegati alla Rete. Il che corrisponde certo al vero, anche se non del tutto.

Per quanto, se alla ricerca di notizie in internet si aggiunge l’uso dei social, da Facebook a WattsApp , il combinato disposto non lascia scampo: è la fonte di informazione e comunicazione primaria.

Una ricerca si può leggere in tanti modi. Quella presentata consegna il segno della complessità, a leggerla attentamente e a ragionarci un po’. Ad esempio, risulta che i ragazzi leggono poco i giornali locali, e si sapeva, ma quelli nazionali “tengono”, come si dice in gergo, anche in questa fascia d’età. Una delle domande più ricorrenti riguarda l’attendibilità delle news pubblicate in internet, di qualsiasi genere, tanto più in epoca di fakes news (cioè le cosiddette notizie inventate e false). Ebbene, il campione si spacca praticamente a metà, cioè qualche dubbio, se non molti, ce l’ha, come, quasi con le stesse percentuali (52 a 48), è divisa la torta tra chi si ritiene “molto o abbastanza competente” nel navigare e chi, invece, per nulla o quasi.

Semmai, è piuttosto alta, 1 su 4, il 25%, la percentuale di chi non utilizza internet più che altro perché non interessato (l’84%) che sale al 65% tra gli over 65. “Una vera e propria rivoluzione copernicana”, così l’ha chiamata Grassi, è rappresentata dallo strumento con il quale entrare in Rete. Non è più il computer di casa, fermo al 70%, ma il cellulare, lo smartphone, due punti percentuali sopra. Nella stragrande maggioranza dei casi per “cercare notizie e informazioni”, l’82%, e “cercare risposte alle cose che non so” (il 66%). Come noto internet serve anche, e parecchio, per acquistare prodotti, ed è per questo che le aziende, grandi e piccole, puntano ormai da tempo su questo strumento di comunicazione.

Il 22% del campione compera libri, brani musicali e film una volta o più al mese, il 33% l’ha fatto fino a 2 volte negli ultimi 6 mesi. Il 14% privilegia gli oggetti per la casa ogni mese, percentuale che sale al 34% un paio di volte a semestre. I prodotti tecnologici, che potrebbero sembrare i più appetiti, per il 52% degli intervistati, almeno negli ultimi 6 mesi, non riscontra alcun tipo di interesse. Ma neanche la prenotazione via internet di alberghi, ristoranti e B&B ha grande appeal.

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