Tra realtà e fantasia

L'editoria per non-adulti non conosce crisi. Si parte dai bambini per difendere il valore della lettura e della pagina scritta

È sempre un'emozione varcare i cancelli della Fiera Internazionale del Libro per ragazzi di Bologna. Un mare di gente che invade i padiglioni con tante aspettative diverse: da quelle degli editori italiani e stranieri con un'agenda fitta di appuntamenti per vendere o comprare diritti a quelle dei giovani artisti che arrivano per sottoporre le loro creazioni a illustratori di fama mondiale; da quelle dei librai alla ricerca di novità e contatti con i distributori, a quelle dei bibliotecari che pensano ai propri utenti girando tra gli stand. Non mancano poi coloro che si occupano di promozione alla lettura pronti a condividere esperienze e proposte. Alla Fiera di Bologna sono ammessi solo i professionisti del settore. Mancano tutti i fruitori finali di questo mare di libri: mancano gli insegnanti, mancano i genitori, mancano i ragazzi cui spetta l'ultima parola. Per loro ci sono altre occasioni. A Bologna si lavora per loro. A Bologna si offre tutto. Spetta ai mediatori far arrivare ciò che di questo “tutto” è più adatto a ogni lettore.

Tantissime come sempre in questa fiera le novità proposte e tante anche le “riproposte” che riescono in parte a colmare i buchi che la letteratura per bambini e ragazzi mostra, soprattutto per ciò che riguarda la recente produzione italiana. Tanti i classici e i classici moderni recuperati sia per quanto riguarda la narrativa, come per esempio i titoli della collana “Vortici” del Battello a vapore, sia gli illustrati, un titolo per tutti “Silvestro e il sassolino magico” (Rizzoli). Da segnalare anche i classici accessibili a tutti della nuova collana “I classici con la CAA” del Centro Studi Ericksson e le proposte della tradizione popolare di Kalandraka come i “I tre porcellini” con le illustrazioni di Marco Somà. Nel panorama editoriale presente si nota, inoltre, come si stanno proponendo molti autori europei, controbilanciando quella che per anni è stata la “supremazia” degli anglosassoni.

Interessante sul fronte Italiano la neonata sigla editoriale Pelledoca, con libri che vogliono raccontare storie belle, forti e particolari. Storie da brivido, capaci di tenere il lettore con il fiato sospeso e gli occhi incollati alla pagina. La scelta è precisa: due collane “Neroinchiostro” (romanzi) e “Occhiaperti” (libri illustrati), con al momento complessivamente quattro pubblicazioni thriller, noir e mistero per esplorare la paura e scoprire, insieme con il lettore, in che modo questa profonda emozione può rendere più forti e coraggiosi.

Un accenno anche ai diversi silent book offerti da vari editori, come, per citarne alcuni, “Cuore di tigre” (Carthusia), “45” (Orecchio Acerbo), “Testa in su, testa in giù” (Lapis), “Professione coccodrillo” (Topipittori) e “Amici?” (Edizioni Corsare). Libri senza parole, storie con mille storie dentro da guardare, da osservare, da raccontare.

Considerato che, stando ai dati dell’AIE, il settore dei libri per i non-adulti è l’unico a tenere nella crisi del libro tradizionale, è lecito chiedersi se la letteratura per bambini e ragazzi non sia l’unica in grado al momento di salvare l’oggetto-libro. Partire dai bambini, dunque, per difendere il valore della lettura e della pagina scritta, seguendo i due filoni principali che ben si sono notati in fiera: da una parte le pubblicazioni che attraversano il nostro tempo e raccontano con estrema sensibilità temi urgenti e attuali, dall’altra quello della letteratura che alimenta la parte fantastica e immaginativa dei lettori e che ha bisogno di essere continuamente nutrita.

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