Dal S. Camillo alla Georgia

Dopo 17 anni di attività all'ospedale San Camillo di Trento, parte dei quali svolti come caposala al reparto dei lungodegenti, suor Noelie Nongana, cinquantenne, originaria dello stato africano del Burkina Faso, ha deciso di lasciare l'Italia per trasferirsi come missionaria nella Repubblica caucasica di Georgia con altre tre consorelle.

Si tratta della ripresa di una presenza nel Paese, su sollecitazione dell'amministratore apostolico mons. Giuseppe Pasotto, iniziata nei primi anni Novanta e interrotta qualche anno fa. Cambia la destinazione: non più il Centro sanitario polifunzionale alla periferia di Tiblisi, la capitale, ma un quartiere di Gori, la cittadina che ha dato i natali a Stalin, bombardata dai russi durante la guerra lampo con i georgiani dell'agosto 2008 quando due importanti regioni, l'Abkasia e l'Ossezia, si sono staccate dalla Georgia.

Nel corso di una Messa nella cappella dell'Ospedale S. Camillo di Trento, l'arcivescovo Lauro ha consegnato alla religiosa il crocifisso, simbolo del mandato missionario. Ricordando la Pasqua e il pianto di Maria di Magdala fuori dal sepolcro vuoto, il vescovo ha ricordato come la Resurrezione sia fonte di ogni vocazione per la Chiesa.

Mons. Tisi ha citato i rapporti ventennali di collaborazione con la Repubblica caucasica dell'associazione trentina di volontariato Italia-Georgia, sostenuta sin dall'inizio dal vescovo Bressan e presente con il suo presidente Bruno Fronza ed alcuni soci e con il trentino emigrato in Georgia, il dott. Claudio Debiasi, fautore di quest'iniziativa. Suor Noelie, che per anni ha guidato anche il piccolo coro camilliano con l'inserimento di strumenti musicali africani, è stata accompagnata all'altare dalla superiora, ed ha voluto ringraziare quanti hanno collaborato nella sua missione accanto ai malati e che l'hanno definita un “grande esempio di dedizione, impegno e umanità”.

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