E i gruppi di volontariato si attivano per fare rete nell'accoglienza post-progetti

Anche il Trentino è stato chiamato a fare la propria parte nell'accoglienza di alcuni fra i mille migranti recentemente tratti in salvo nel Mediterraneo e sbarcati nei giorni scorsi a Salerno. Sono 31 i profughi arrivati a Trento nella notte tra il 9 e il 10 maggio, quasi tutte donne e bambini, provenienti da Costa d'Avorio, Guinea, Nigeria e Marocco. Sono stati accolti dagli operatori della rete dell'accoglienza, coordinata dalla Provincia attraverso il Cinformi, presso l'hub di pronta accoglienza di via al Desert, dove avvengono la consegna dei beni di prima necessità e i primi controlli sanitari.

Già nella giornata di mercoledì 10 le persone hanno trovato sistemazione, come condiviso con il Comune di Trento, presso la residenza Adige in località Vela gestita dalla Croce Rossa. Il gruppo si compone di 9 mamme con 11 bambini (da zero a sei anni), e altre 9 donne. Una coppia senza figli verrà accolta invece alla residenza Viote. La residenza alla Vela è stata aperta l'8 maggio con il trasferimento di una ventina di richiedenti asilo già inseriti nel progetto di accoglienza, che proseguiranno tutte le attività previste dal progetto, compreso l'apprendimento della lingua e della cultura italiana e delle regole delle comunità, in attesa di trovare sistemazione sul territorio.

E proprio partendo dal problema della carenza di alloggi per ospitare i richiedenti asilo in forma diffusa, cioè in piccoli gruppi distribuiti su tutto il territorio anziché in grandi concentrazioni nei Comuni maggiori, alcuni gruppi di volontariato attivi a Trento, Rovereto e in Valsugana nell'ambito dell'accoglienza hanno avanzato una proposta di coordinamento provinciale per mettere in rete quanti si impegnano nell'accoglienza dei profughi che escono dal sistema di protezione pubblico e devono affrontare la ricerca di un lavoro e di un alloggio (si veda la lettera pubblicata a pagina 39, ndr).