Nelle mani di tutti

Per la Giornata mondiale dei rifugiato la rete trentina dell'accoglienza scende in piazza per raccontare. “Un'operazione di verità e libertà”

L'umanità che fa bene ha riempito per alcune ore piazza d'Arogno, a Trento, in un intreccio fatto di tamburi sonanti, di stoffe colorate e dialetti lontani, di danze, giochi, fotografie, soprattutto di persone e della loro quotidiana esperienza di accoglienza reciproca.

Nella Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno, la rete trentina dell'accoglienza è uscita in strada per incontrare i cittadini e raccontarsi. Rifugiati e richiedenti asilo, scrive p. Camillo Ripamonti, presidente nazionale di Centro Astalli, “vengono ridotti sempre più a flussi migratori, statistiche, numeri senza nome e senza volto, al fine di allontanarli dalla sensibilità e dall’incontro con i cittadini europei. Con convinzione vogliamo dire che l’unico futuro possibile è un futuro comune”.

“Nelle nostre mani” è il titolo scelto in Trentino per celebrare la Giornata, istituita dalle Nazioni Unite, con un calendario di eventi che ha scelto come filo conduttore delle varie iniziative il ruolo del volontariato, ponte tra la marginalità di chi arriva e la società civile. I volontari sono figure chiave nel costruire la cittadinanza del futuro: in loro c'è lo slancio che rompe il muro dell'indifferenza, c'è il desiderio di relazione e la concretezza della solidarietà, c'è la potenzialità di una rete che si radica sul territorio e fa comunità.

Presenti in piazza, martedì 20 giugno: Cinformi, coop. Arcobaleno, ArteDanza, Atas onlus, Centro Astalli Trento onlus, coop. Città Aperta, coop. Forchetta e Rastrello, associazione Fili, INCO, Itinerari Folk, Il Gioco degli Specchi, coop. Kaleidoscopio, Presidio Universitario “Celestino Fava” – Libera Contro le Mafie, coop. Progetto 92, coop. Punto d'Approdo, coop. Samuele, Studio d'Arte Andromeda, UISP-Sportantenne. Dopo il pomeriggio tra stand e laboratori, la serata è proseguita al centro culturale S. Chiara con alcune esibizioni teatrali e musicali, per chiudersi in bellezza con la voce italo-somala di Saba Anglana.

La Giornata è stata anche l'occasione per informare e promuovere azioni politiche. Accanto a un muro costruito con scatole di cartone, l'associazione Centro Astalli Trento ha raccolto firme per la legge di iniziativa popolare legata alla campagna “Ero straniero” (vedi box). “La proposta – spiega il presidente Stefano Graiff ai microfoni di radio Trentino inBlu – è quella di rivedere i meccanismi della Bossi-Fini per governare in maniera migliore il fenomeno dell'immigrazione, farlo uscire dalla continua emergenza e pensare anche al 'dopo': le leggi attuali non sono in grado di accompagnare le persone in un reale percorso di inserimento sociale”. Su questo tema ha destato attenzione l'iniziativa di un gruppo di associazioni e cittadini legati all'Oratorio di S. Antonio, denominata “Oltre l'accoglienza” (giovedì 29 giugno alle 20.30 a S. Antonio terranno una serata informativa).

In un sistema che sempre più cerca di marginalizzare la categoria dei richiedenti asilo privandoli dei loro diritti (di questo si parlerà invece il 6 luglio in una serata organizzata da Centro Astalli sul tema “Il diritto di migrare ai tempi di Minniti”, ore 20.45 alla Fondazione Caritro), “c'è bisogno di accompagnare le nostre comunità a vivere l'accoglienza”, prosegue Stefano Graiff.

Il fenomeno delle migrazioni forzate (causate da guerra, violenze e persecuzioni) ha raggiunto nel 2016 il livello più alto di sempre: ad oggi le persone costrette ad abbandonare le proprie case in tutto il mondo sono 65,6 milioni (rapporto “Global Trends” Unhcr). “Ma tema delle migrazioni, rinchiuso spesso nella categoria emergenziale, non riguarda masse anonime indefinite, ma una somma di individualità, di storie, di uomini, donne e bambini che fuggono”, ricorda ancora Stefano Graiff. “Uno dei temi centrali è proprio quello della narrazione e della verità rispetto a questo fenomeno. Giornate come questa devono servire a dare un nome, un volto e una voce a queste persone, a conoscere le loro storie e le loro vicende accomunate da una condizione di ingiustizia. Solo facendo questa operazione di libertà e di verità riusciamo a capire cosa c'è alla radice del fenomeno, a rileggerlo e quindi a governarlo e accompagnarlo”. Si tratta di “prendere coscienza” che la pace “è un cammino continuo, che è anche prima di tutto un cammino di giustizia e di verità”. Un percorso che è nelle mani – e nei piedi – di tutti, cittadini, politici, richiedenti asilo e rifugiati.

La giornata del rifugiato continua: venerdì 23 alle 20.30 all’oratorio di Tuenno-Ville d’Anaunia dibattito con padre Alberto Remondini: cosa si guadagna ad accogliere? Lo stesso giorno alle 21 all’oratorio di Mori, con Agesci e Coordinamento Associazione Accoglienza, lettura scenica “Quel mattino a Lampedusa”. La chiusura delle iniziative è a Riva del Garda sabato 24 alle 14 sul campo di Sant’Alessandro, con un torneo di “calcio senza frontiere” promosso da cooperativa Arcobaleno e Fondazione Comunità Solidale.

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