Tornano i simulidi

Sono moscerini che nascono nei corsi d’acqua

Domenica 18 giugno sette bovine di proprietà dell’azienda agricola Fabrizio De Poda di Cunevo arrivate da poche ore a Malga Campa, comune di Campodenno, sono morte a causa di punture massive di moscerini Simulidi (Simulium reptans). La diagnosi dei medici veterinari deLl’ufficio di Cles, confermata dagli esperti della sezione trentina dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie in base a referto autoptico, parla di “reazione anafilattica”. Fenomeno conseguente alla concentrazione di sostanze anticoagulanti che i Simulidi hanno iniettato nelle parti non protette degli animali. Altri episodi si erano verificati nella prima metà di giugno in Valsugana e Val Rendena.

Il nostro intento di assumere informazioni più dettagliate da trasferire ai lettori anche non allevatori (i Simulidi possono aggredire le persone) è stato vanificato da una netta reticenza da parte di autorevoli persone che fanno capo sia all’Azienda per i servizi sanitari (veterinari) della provincia di Trento, sia alla sezione trentina dell’Istituto zooprofilattico.

Quanto riportato di seguito è quindi preso da due articoli di Terra Trentina (giugno 1980) intitolati “Succhiatori di sangue” e “Tutto sui Simulidi”.

Il primo riassume i punti di una intervista a Ennio Zanin, al tempo direttore dello zooprofilattico, molto più disponibile degli attuali dirigenti ad informare i giornalisti. Il secondo è la sintesi di una relazione scientifica sull’argomento riportata sullo stesso mensile e firmata dallo stesso Zanin e dal prof. L. Rivosecchi dell’ Istituto superiore di sanità di Roma. Già nella primavera del 1975 e negli anni successivi Zanin si era occupato del fenomeno, proprio a seguito di una moria consistente (30 capi bovini) sul Monte Baldo e sui Lessini.

Nell’occasione era stato appurato che i moscerini succhiatori di sangue si erano levati in volo dal canale Biffi che dalla Diga di Mori scende verso Verona.

L’ esatta classificazione dell’insetto (Simuliun reptans) e lo studio della biologia in sede locale furono eseguiti da Ennio Zanin e Rivosecchi. Nel 1980 il prof. Rivosecchi è tornato in Trentino perché attacchi di Simulidi (non sempre accompagnati o seguiti dalla morte degli animali) si erano verificati anche in altre zone del Trentino: Lomaso-Bleggio, Vigolo Vattaro, Val di Fiemme, Valsugana.

Riferiamo dalla relazione la biologia del moscerino.

I Simulidi sono ditteri nematòceri lunghi da 3 a 4 millimetri. Hanno torace globoso, ali larghe e corte, sono provvisti di apparato boccale pungente succhiante. La maggior parte delle femmine depone le uova alla fine del mese di maggio. Le uova sono deposte su pietre e vegetali nell’acqua corrente dei fiumi. Dopo 8-21 giorni dalle uova si schiudono le larve che si attaccano ai vegetali acquatici e si nutrono di plancton e detriti organici presenti nell’acqua. Dopo 4 mute le larve diventano pupe. La comparsa dell’insetto perfetto (moscerino) si ha nella primavera successiva, da metà aprile a giugno. Le condizioni climatiche che favoriscono la schiusura in massa dei moscerini risulta essere l’aumento improvviso della temperatura e l’abbassamento del livello dell’acqua. I danni si verificano soltanto all’inizio dell’alpeggio. Gli animali sono inizialmente più sensibili alle punture. Dopo qualche giorno di pascolo essi acquistano una certa assuefazione. Il sangue succhiato dagli animali serve alle femmine per portare a maturazione le uova. Esse attaccano il bestiame (oltre ai bovini anche i cavalli, suini e capre) durante giornate calde e afose e senza vento. Gli attacchi più rilevanti si verificano nelle prime ore del mattino e al tramonto del sole. Anche l’uomo può essere punto da questi insetti che causano una dermatite a macchie di colore porpora. Gli animali colpiti in maniera grave muoiono in bassissimo tempo. Quelli punti in forma leggera si riprendono entro 1-2 giorni, ma in seguito gli effetti si manifestano con diminuita produzione di latte o crescita rallentata negli animali giovani.

Esclusa l’opportunità di un intervento chimico nei corsi d’acqua contro uova e larve, rimangono poche, ma efficaci modalità di prevenzione: abituare gli animali alle punture facendoli pascolare sui prati vicini alla stalla prima dell’alpeggio, radunare gli animali dentro i ricoveri nelle ore calde; trattare le parti non protette con uno strato di grasso o sugna.

Rispetto a quanto riportato nella relazione Zanin-Rivosecchi non si registrano novità o aggiornamenti di rilievo, a meno che le autorità preposte, inutilmente interpellate, non si decidano a fornire aggiornamenti istruttivi.

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