Migranti, vittime o invasori?

Il fenomeno è permanente, perciò occorre affrontare le cause che la determinano, è stato detto nell’incontro promosso da Il Margine

Invasori. Vittime. Eroi che affrontano viaggi disumani, portando qualcosa di positivo alle nostre società? Esistono diverse visioni del fenomeno migratorio e un approccio non convenzionale al tema è stato offerto dal reporter Giacomo Zandonini, in dialogo con Vincenzo Passerini, nell'incontro dedicato a "La rivoluzione della migrazione" nell'ambito del ciclo "Tutto accadde in ottobre", itinerario formativo promosso dall'Associazione Oscar Romero e dalla rivista Il Margine, in collaborazione con la casa editrice omonima, svoltosi sabato 21 ottobre nella sala San Francesco del convento dei Padri Cappuccini, a Trento.

"Un appuntamento dettato dall'esigenza di attualizzare il tema interrogandosi su quale rivoluzione stiamo vivendo oggi e di quali riforme strutturali abbiamo bisogno", ha detto nel saluto introduttivo il direttore editoriale Paolo Ghezzi, ricordando "A Nations of Immigrants", scritto da John F. Kennedy nel 1958, prima di diventare presidente, definendo come avrebbe dovuto essere la politica americana sull'immigrazione: generosa, corretta, flessibile.

Per rendere concreta tale aspirazione, disattesa ma avvertita anche al giorno d'oggi, lo strumento privilegiato da Zandonini è il racconto delle storie dei migranti, ponendosi dal loro punto di vista e perciò andando lui stesso nei luoghi di frontiera. "Dal 2011 in poi – ha esordito -, dopo la morte di Gheddafi, c'è stato un aumento degli arrivi via mare, ma nel contesto globale vi sono movimenti di intere popolazioni molto più ampi, per esempio dal Myanmar al Bangladesh, come sta accadendo in questi giorni".

Non si può ignorare che secondo i dati dell'UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), 20 persone ogni minuto sono costrette ad abbandonare la loro casa e che vi sono 22,5 milioni di rifugiati nel mondo, mentre a ottobre 2017 si registrano 2784 tra morti e dispersi nel Mediterraneo, ma prima dei numeri ci sono volti e storie.

"A Idomeni, nella primavera 2016, nei giorni dello sgombero di 15 mila persone, mandate in campi profughi nel nord della Grecia, ho incontrato dei ragazzi algerini – ha proseguito il reporter, mostrando alcune foto -: da un decennio a questa parte c'è una produzione musicale sul tema della migrazione e Balti, cantante rap italo-algerino, ha scritto Clandestino, un inno alla migrazione irregolare verso l'Europa. Il migrante è definito come colui che brucia le frontiere, che sfida la costruzione degli stati basata su di esse, dunque si tratta di capire la dimensione politica della migrazione, e per alcuni i migranti sono soggetti politici rivoluzionari".

E i migranti come si percepiscono? C'è anche una componente di avventura e per alcuni, come per il ragazzo afgano che ha mostrato all'obiettivo una maglietta italiana, la traversata dei confini è definita "the game": "È vissuta come una sfida, un modo per rendere più tollerabile l'esperienza, frustrante, di tentare più volte l'attraversamento senza riuscirvi".

"I migranti partono con idee chiare e progetti di vita, per raggiungere parenti e amici – ha detto Vincenzo Passerini dando un quadro complessivo del fenomeno migratorio -. Spesso dimentichiamo che solo il 15% arriva in Europa, mentre l'85% è accolto nei paesi limitrofi, come il Libano, la Turchia, il Pakistan, l'Uganda, l'Etiopia. Nel 2016 sono stati rimpatriati in 12.000 dall'Italia, nel 2017 in 10.000, ma questi dati non vengono resi noti, alimentando la paura dell'invasione. La migrazione è permanente, perciò occorre affrontare le cause che la determinano: guerre, persecuzioni politiche, terrorismo, povertà, disastri ambientali, squilibri demografici e il sogno dell'Occidente inteso quale mito del benessere".

Un testo utile per approfondire il tema, indicato dal presidente di CNCA, è "L'Italia e le migrazioni", di Paola Corti e Matteo Sanfilippo (Laterza, 2012).

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La campagna. Successo della campagna “Ero straniero”, promossa da Radicali italiani, Casa della Carità, da oltre 60 sindaci e numerose associazioni a sostengo della proposta di legge popolare che porterà all'abolizione della Bossi-Fini. Venerdì 27 ottobre la consegna delle firme alla Camera dei deputati.

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