Padre Borzaga che ci insegna a farci “ponti” di speranza

"L'anno scorso gli studenti di quinta si sono dedicati ad un progetto sulla figura di padre Mario, concluso con la visita a casa di Lucia, un percorso impegnativo, per dieci sabato pomeriggio, con la volontà di tradurre questa esperienza in una pubblicazione". Lo ha raccontato Alberto Conci, teologo e scrittore, durante la tavola rotonda dedicata a "Comunicare padre Mario oggi", svoltasi venerdì 27 ottobre al Vigilianum di Trento in occasione della presentazione del docu-film "Romanzo d’amore" di Paolo Damosso, regista e autore del libro omonimo (San paolo, 2014), dedicato alla vita del missionario trentino degli Oblati, martire in Laos nel 1960, preceduta giovedì 26 dall’intitolazione ufficiale al beato Mario Borzaga del ponte sul Fersina, vicino alla casa natale di via Gorizia.

"Era solo di qualche anno più grande, perciò si sono sentiti vicini a lui, identificandosi nel suo entusiasmo, mentre l'ambiente della Chiesa pre-conciliare in cui era cresciuto era del tutto sconosciuto e la dimensione della fede e il modo di vivere la missione, come scelta radicale e solitaria, difficile da capire. Poi – ha proseguito – hanno ascoltato Lucia, riflettendo sul rapporto tra memoria e storia, cogliendo elementi di attualità e di inattualità: tra i primi il messaggio di speranza e fiducia che emerge dalla vita di Mario, pronto a partire e lasciare tutto per andare tra i più poveri, ha mostrato loro che è possibile dare il meglio di sé e costruire qualcosa di buono; tra i secondi, le categorie della croce, della sofferenza e del martirio". L'eredità di padre Mario va dunque compresa accogliendo anche la lettura degli studenti: "Si è fedeli a lui raccontando il martirio, a cui arriva perché mosso dalla fiducia nella possibilità di trasformare il mondo, ma dal loro punto di vista si è fedeli riscoprendo la dimensione della speranza quale elemento chiave della sua vita".

"Nei suoi scritti non nasconde la fatica di vivere, in lui vi è la dimensione della normalità e del limite – ha detto il vescovo Lauro -, ma essere santi non significa stare fuori dalla concretezza del quotidiano, anzi, egli ci fa capire che il discepolo è un cercatore, e la fede è un percorso che compie non sotto il sole di mezzogiorno ma con una fiaccola che rischiara la penombra, faticando e sperimentando l'inquietudine, rimanendo tuttavia fedele ad un volto che gli ha rivelato il suo amore per lui".

"Di solito i santi vengono rappresentati attraverso simboli che li rendono subito identificabili e possiamo raccontare la santità di padre Mario individuando ciò che lo caratterizzava – ha commentato Piergiorgio Franceschini dell'Ufficio Comunicazioni Sociali -, per esempio la sigaretta tra le dita, la macchina da scrivere, il sorriso, ma il racconto vero della santità è quello dei frutti che ne discendono: i volti felici e i colori del popolo Hmong visti nella festa di ringraziamento a Trento".

"Al di là del ricordo – ha detto in conclusione la presidentessa di Azione Cattolica Trentina Anna Rigoni -, bisogna lasciar parlare lui: la figura più autentica è quella consegnata nel Diario. Nostro compito è narrare una vita bella che nasce dall'incontro con Gesù e testimoniare la gioia della fede nelle difficoltà e nel dramma, immedesimandosi nella sua esperienza, che è anche la nostra, poiché ogni età della vita è contraddistinta da gioie e fatiche, luci e ombre".

Nel corso dell'incontro Damosso ha illustrato i contributi inediti contenuti nel dvd, recante in copertina un'opera di Mirta De Simoni Lasta e suddiviso in varie parti: il film, della durata di poco più di un'ora, dedicato alla biografia del missionario, ricostruita attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto; una selezione di scene, suddivise in 12 capitoli – da "la mia Trento" a "cosa farò da grande", da "il sogno missionario" a "la svolta" – che rende perciò possibile una fruizione diversificata in base al tema che si desidera approfondire; i contributi extra – la beatificazione in Laos nel dicembre 2016 e la festa di ringraziamento a Trento nell'aprile 2017 – per riflettere sull'attualità del beato trentino nella quotidianità. Senza dimenticare che Mario ebbe al suo fianco fino all'ultimo momento il giovane catechista laotiano Paolo Thoj Xyooj, che ne condivise la sorte, a testimoniare che il percorso verso la santità si compie insieme agli altri.

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