Così vogliamo abitare il futuro

Al Muse e alla Fondazione Caritro idee e proposte stimolate dal Consolida

Primo: la spesa pubblica sia orientata ai percorsi delle persone disabili. Secondo: si tenga conto delle esperienze già fatte. Terzo: ci sia flessibilità negli investimenti per sostenere l’innovazione. Quarto: si incoraggi – e si abbia il coraggio – di un cambio di visione culturale. Sono i quattro punti, da tradurre in proposte concrete, che le cooperative sociali – in particolare le sette che hanno dato vita al gruppo “Abitare il futuro”: CS4, Eliodoro, Grazie alla vita, GSH, Il Bucaneve, Iter e La Rete – hanno messo sul piatto al convegno promosso sabato scorso 4 novembre al Muse dal Consolida, il consorzio di secondo grado delle cooperative sociali trentine. L’appuntamento al Muse ha aperto la settimana di eventi battezzata “Impresa sociale al cubo” e organizzata dal consorzio con le proprie associate per parlare di welfare, dei cambiamenti sociali, culturali ed economici in atto e della conseguente necessità per le cooperative sociali di ridefinire il proprio ruolo. Un’occasione per presentare alle famiglie e alle istituzioni proposte concrete per lavorare insieme sul futuro delle persone con disabilità così come delle persone anziane, come accaduto lunedì 6 novembre nella sala della Fondazione Caritro, sintetizza la presidente di Consolida, Serenella Cipriani, dove le cooperative sociali del Consolida hanno presentato due proposte di emendamento alla riforma provinciale dei servizi agli anziani che andrà in Aula tra pochi giorni: dare la possibilità alle famiglie di utilizzare le risorse disponibili, in particolare l’assegno di cura, a seconda dei loro reali bisogni, la prima; riconoscere che la funzione pubblica di informarle e accompagnarle nella costruzione dei loro piani assistenziali e di cura può essere esercitata, oltre che dall’ente pubblico, anche dal privato sociale (e in particolare dalle cooperative sociali).

Sabato scorso, invece, a pochi giorni dall'approvazione da parte della Giunta provinciale del disegno di legge sul “dopo di noi”, le cooperative sociali hanno puntualizzato i punti più delicati di una proposta legislativa comunque accolta con favore, anche perché – ha spiegato il coordinatore del gruppo “Abitare il futuro”, Cristian Aiardi – a differenza dell’analogo disegno di legge nazionale non parla solo del “dopo di noi”, ma anche del “durante noi”: le norme, infatti, prevedono un “doppio binario”, con una serie di interventi che si collocano nell’alveo del sistema socio assistenziale, ed altri invece nel sistema socio sanitario. “Chi e come finisce in uno o nell'altro binario?”, chiedono le cooperative sociali. Ancora, quando nel disegno di legge si parla di interventi per la sensibilizzazione pubblica promossi dalla Provincia, occorrerà vigilare perché si vada oltre la polarizzazione tra pietismo e occultamento dell’immagine, coinvolgendo chi come le cooperative vive quotidianamente la disabilità e chi invece come i media si occupa dell'informazione. Dal canto suo, l’assessore provinciale alla salute e solidarietà, Luca Zeni, ha concordato sulla necessità di una nuova visione della disabilità ha assicurato che la legge si farà presto e con il coinvolgimento anche delle cooperative sociali.

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