Sport e fragilità, un progetto da… incorniciare

Il progetto “Frame”, promosso dalle cooperative sociali Archè ed AM.IC.A, è incentrato sulle attività motorie e sportive svolte da persone con disabilità e bambini da 0 a 6 anni

“È una ricerca che magari non spettava a noi, ma che abbiamo fatto perché è nel nostro DNA occuparci di certi temi. Oltre che per interesse specifico, l'abbiamo promossa sia per raccogliere gli importanti indirizzi forniti dalle politiche e dalla legislazione provinciali sia per offrire interessanti ricadute al territorio inteso come famiglie, enti e organizzazioni. Ma anche per fornire una visione organica dalla prima infanzia all'età adulta e per conoscere, colmando se è il caso, le lacune del sistema”.

Lo ha sottolineato Gianluca Samarelli, presidente della Società Cooperativa Sociale Archè, presentando la settimana scorsa, al Centro Giovani Kairos di Pergine Valsugana, i risultati del “Progetto Frame: mappatura sport e fragilità”, sviluppato insieme alla Cooperativa AM.IC.A, sui fabbisogni di chi si occupa di educazione, disabilità e disagio psichico.

“Tra le accezioni del termine inglese 'Frame', troviamo i verbi inquadrare e incorniciare. Verbi che ben si accordano con il nostro progetto di ricerca, studio e mappatura delle organizzazioni sociali trentine su un tema pregnante come quello che pone in relazione sport, attività motorie e fragilità”, ha spiegato Samarelli, che è anche skipper dell'imbarcazione accessibile sul Lago di Garda.

Già nel dicembre 2009, con la ricerca NOA “Sport e tempo libero: accessibilità per tutti” promossa dal Consorzio Consolida, che aveva portato alla realizzazione di un database prima di allora inesistente, era stata evidenziata l'importanza dello sport per l'autodeterminazione fisica e psichica dei disabili.

“Dal 2009 a oggi, grazie ai nuovi indirizzi legislativi e amministrativi, la situazione è cambiata in meglio. Basti pensare al Piano per la salute 2015-2025, all'articolo 33 lettera 'g' della Legge provinciale 13/2007 sugli interventi di prevenzione, promozione e inclusione sociale ed alla Legge provinciale 4/2016 sulla promozione dello sport e dell'associazionismo sportivo trentino. Ciò non toglie che il contesto resti sincopato. La musica viene suonata, ma abbiamo ancora delle interruzioni”, ha affermato Beatrice Andalò, responsabile dell'Area Gestione Risorse Umane di AM.IC.A., acronimo di Attività Motorie, Itinerari Corporei, Animazione.

Rispetto all'indagine NOA, in “Frame” è strategico il tema dell'attività motoria e dei minori. “Nella fascia d'età da 0 a 6 anni, l'esperienza corporeo-motoria rappresenta un contesto educativo estremamente significativo, in grado di prevenire fragilità non solo di carattere funzionale ma anche psicosociale. Il fatto che pure il CONI, il nostro riferimento istituzionale per lo sport, se ne sia finalmente reso conto, favorendola nella scuola dell'infanzia, è un bene”, ha fatto notare Andalò.

Alla nuova ricerca hanno partecipato 50 realtà, fra enti del privato sociale che si occupano di disabilità (prevalentemente cooperative e associazioni, 18 delle quali concentrate nella Valle dell'Adige) e scuole provinciali dell'infanzia.

“Dalle interviste è emerso che l'utenza frequentante le associazioni corrisponde perlopiù a persone con disabilità cognitiva (36), motoria (25) e sensoriale (22), mentre l'età dei soggetti a cui l'ente si rivolge riguarda per il 25,9% la fascia dai 31 ai 65 anni e per il 25,3% quella dai 19 ai 30. Si evince inoltre che la scuola è, purtroppo, l'unica realtà in grado di intercettare i bambini dai 3 ai 6 anni”, ha rivelato Andalò.

A colpire è anche il gap tra la considerazione di importanza (90%) dello sport e dell'attività motoria per i disabili e la messa in pratica (74%). “Le attività più praticate sono il nuoto, che rende omogenee le diverse tipologie di disabilità, le attività posturali e le escursioni. Vengono privilegiate la dimensione sociale e quella ludico-ricreativa dell'esperienza, ma non tutte le realtà sono in grado di declinare le proposte tenendo conto delle preferenze delle persone”, ha rimarcato Andalò.

Oggi però, sempre rispetto allo studio NOA, le attività vengono proposte e realizzate da personale – sia interno sia esterno – specializzato. E il referente principale dell'offerta esterna è rappresentato dalle associazioni sportive.

“Basilare è la creazione di un sistema informativo in grado di connettere facilmente e in modo trasparente la domanda con l'offerta. Noi abbiamo appena pubblicato un libriccino comprendente 20 associazioni, non tutte affiliate al Centro Sportivo Italiano. Altre già vogliono aggiungersi. L'ideale sarebbe avere una guida estiva e una invernale”, ha concluso Daniel Mazzini, membro del Consiglio di presidenza del C.S.I. provinciale.

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