Sotto la Quercia fruttificano i bitcoin

L'inizio di dicembre che ha visto schizzare la moneta virtuale bitcoin alla quotazione record di 17 mila dollari (1.600% in più) ha portato anche Rovereto sulle prime pagine dei quotidiani italiani. Lunedì scorso ha destato grande interesse di clienti trentini (e degli inviati nazionali) il primo negozio del Belpaese in cui cambiare i bitcoin: si trova in via Rialto, nel cuore di Rovereto, ed è stato denominato astutamente “Compro- euro”, in analogia con le botteghe che riconvertono oggetti d’oro.

Dove sta la notizia nazionale? Forse proprio nel valore simbolico che assume la possibilità di utilizzare finalmente i tanto discussi bitcoin come moneta reale, quindi scambiandoli in un negozio come un altro. La loro circolazione quindi aumenta, tanto che i promotori del primo negozio, i soci dell’Azienda Bmanity, ammettono di aver avuto subito “una valanga di richieste” per aprire altri punti vendita in franchising. Che il territorio sia favorevole lo dimostra il fatto che a Rovereto e in Vallagarina ci sono altri 20 esercizi commerciali dove si paga in bitcoin (da bar a ristoranti, da veterinari ad autoscuole) tanto che la Vallagarina, dove si sono gettati già nel 2009 i primi semi della criptomoneta, si è autodefinita entusiasticamente la “Bitcoin Valley”.

Il termine trova conferma nella mozione che il consigliere Alessio Manica ha visto approvare in Consiglio provinciale un mese fa a larga maggioranza: chiede “un tavolo provinciale per capire quanto questa tecnologia possa dare al sistema territoriale trentino, individuando uno o più campi di applicazione e avviando una sperimentazione di utilizzo di bitcoin”.

Non è solo un fenomento lagarino, perchè anche nell'Alto Garda ci sono 4 esercizi bitcoin, altri 2 sono tra Lavis e San Michele all'Adige ed una ventina a Trento città. I pionieri raccontano esiti insperati: chi ha investito in bitcoin 20 mila euro due anni fa – dicono – ora si ritrova con un milione. Per fare il punto tecnico della situazione ci siamo rivolti a Marco Amadori, ex ricercatore di FBK, ora Ceo della start up Inbitcoin, specializzatasi dal 2011 nella gestione della moneta e dei suoi rischi. “Finora la crescita della moneta digitale aveva seguito un andamento lineare – spiega Amadori, relatore di spicco anche al seminario organizzato da Trentino Sviluppo (vedi sopra) – mentre ora siamo al punto di impennata, quella che i tecnici chiamano la curca ad esse. Quest'euforia dovrebbe durare almeno tre anni”.

Difficile prevedere che cosa il ciclo economico riserverà dopo quest'euforia, ma – secondo gli esperti – molto dipenderà dall'utilizzo dei bitcoin nella vita reale (per investire o solo per “scambiare”?) e dalla contromisure che il mercato mondiale prenderà. Dietro al fenomeno bitcoin, per definizione anarchico e asimmetrico, manca qualsiasi regia internazionale. L'attuale enfasi potrebbe sgonfiarsi non appena i risparmiatori virtuali dovessero svuotare il proprio portafoglio virtuale.

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