Piante e fiori delle feste

Le piante dell’inverno sono molto decorative. Ecco come utilizzarle in diverse composizioni floreali

Se primavera ed estate sono le stagioni del sole e dei fiori, del cielo azzurro e dei prati verdi, non si può dire che l’inverno, insieme alla neve e all’aria frizzante, non ci riservi note di colore talora vistose e fioriture curiose e profumate.

Le feste di fine anno e fino a tutto febbraio sono colorate variamente di piante e arbusti da fiore che tappezzano angoli innevati o giardini spogli, ma anche fiori che ci fanno rivivere la festa più importante della cristianità  e il capodanno nelle nostre case.

Sono piante e fiori che crescono spontanei o che fanno parte della simbologia natalizia. Spesso che ci vengono omaggiati da amici e familiari e  danno un tocco di colore e eleganza posti sotto l’albero e vicino al presepe.

Tra le tante piante troviamo il pino di Natale, l’agrifoglio, il vischio, il pungitopo, ma anche il muschio, pianta reietta in natura, ma importantissima e indispensabile nell’allestimento della rappresentazione della natività.

Tra i fiori a farla da padrone è la stella di Natale, seguita dai ciclamini, dall’azalea.

Ma la stagione fredda è anche il periodo in cui fioriscono  in natura anche i più bei fiori dell’inverno: eriche, elleborri o rose di Natale  e i bucaneve.  Senza dimenticare gli odorosissimi calicantus e hamamellis.

IL PINO DI NATALE

L’abete rosso è il classico albero di Natale. Le piante acquistate in vaso e quindi con radici, si devono tenere in casa poste sopra un sottovaso riempito di argilla espansa da inumidire costantemente. Il caldo degli appartamenti causa infatti la perdita precoce degli aghi. Il fenomeno oggi viene limitato dalla presenza sul mercato di specie esotiche quali l’abete del Caucaso e l’abete del Colorado.  L’abete del Caucaso ha aghi arrotondati e persistenti. Quello del Colorado ha invece aghi pungenti anche se viene preferito dagli acquirenti per via del bel colore argentato della sua chioma. Ma il migliore albero di Natale da noi rimane l’abete bianco.

Finite le feste l’abete si può portare all’esterno lasciandolo in una posizione riparata per tutto febbraio. La terra va annaffiata spesso e dopo 20 giorni fertilizzata con del compost e concime chimico.

Poi si può mettere a dimora con tutta la zolla in una zona del giardino. Fare attenzione al fatto che la pianta in pochi anni assume dimensioni notevoli. Rispettare inoltre le distanze dai confini di proprietà. L’abete è pianta d’alto fusto e il codice civile  la distanza dal confine in tre metri.

L’AGRIFOGLIO

La leggenda narra che un piccolo orfanello, avuta la visita di alcuni angeli che gli annunciavano la nascita di Gesù, decise di andare ad incontrarlo per festeggiare la lieta novella. Gli portò un dono. Era una corona di alloro. Pur pensando che non era degna di un Re così grande, la pose davanti a Lui. A quel punto Gesù toccò la corona e fece brillare le foglie di un verde smeraldo e le lacrime dell’orfanello diventarono bacche rosso smeraldo Così si racconta dell’agrifoglio e della sua nascita. Botanicamente é l’unica specie del genere Ilex. E’ un albero, ma ha portamento cespuglioso. Le foglie sono verdi azzurro con margini  spinosi. Molte varietà hanno foglie variegate di giallo e oro.  I fiori sono bianchi o rossi e sbocciano a primavera. I frutti sono le bacche rosso carico, ma anche giallo. La pianta è dioica, cioè porta fiori maschili e femminili su piante diverse. Solo quelle femminili portano le bacche. L’agrifoglio ama posti ombreggiati e terreno fertile,e ricco di humus. E’ sensibile al gelo e alla siccità. Si può coltivare anche in vaso capiente.

PUNGITOPO

Il pungitopo é una pianta sempreverde, spinosa a portamento cespuglioso. La pianta ha una radice rizomatosa strisciante dalla quale si sviluppano sia le radici avventizie legnose, sia fusti, detti turioni, che assumo portamento eretto e rigido. I fusti secondari sono chiamati cladodi. Il pungitopo, come l’agrifoglio, è una pianta dioica. I fiori femminili sono solitari e compaiono a partire da febbraio.  In Trentino questo arbusto del sottobosco cresce in quantità nella Valle dei Laghi e nei boschi di carpino nero e di roverella delle pendici montane termofile della Vallagarina. Pungitopo e agrifoglio sono piante spontanee, ma  rare e la loro raccolta è vietata da una mirata legge  della Provincia di Trento.

IL MUSCHIO

Il muschio è tra le piante pioniere della terra. E’ sbagliato pensare che questa pianta cresca in zone umide ed ombrose. In realtà non è così perché è ospite di una vastissima varietà di ambienti. I muschi  riescono a vivere su  un substrato sottilissimo, purché sia umido. A differenza delle piante superiori che crescono traspirando acqua dalle foglie ed assorbendola, assieme ai nutrienti, dalle radici, i muschi, sono dotati di radici temporanee non assorbenti con ruolo ancorante, mentre il trasporto di acqua e sostanze nutritive avviene per capillarità ed interessa l’intera colonia di piante. In più i muschi hanno la grandissima capacità di assorbire direttamente dalle foglie l’umidità dell’aria. Del muschio si scrive e se ne parla poco anche se è la “pianta” per eccellenza del Natale. La sua presenza è indispensabile per allestire  i presepi, quelli piccoli di casa o grandi delle chiese. Non è facile trovarlo. Bisogna frequentare i luoghi boscosi d’altitudine e  zone vallive  esposte a nord, umide e ombrose, dove questa curiosa specie vegetale ricopre il sottobosco e le aree rocciose. E’ pianta protetta e la sua raccolta in Trentino è limitata: massimo due chilogrammi di muschio fresco al giorno e per persona. La limitazione è legata alla sua grande funzione ecologica.

STELLA DI NATALE, PIANTA ESIGENTE

Una volta in casa la stella di natale che avete acquistato o che vi è stata donata richiede poche cure, ma  è permalosa se  le dimenticate.

Porre la stella di Natale in un luogo ben illuminato e lontano da fonti di calore. La temperatura ideale di coltivazione è quella di un appartamento a 18-20 gradi centigradi. Con temperature più basse o più alte ne soffrono la vegetazione e il colore delle brattee.

Questo delicato fiore è adatto per splendide composizioni floreali. Indicata con ciclamini nani, edere  a foglia piccola  e  felci.

Acqua con moderazione e annaffiature dal basso evitando di bagnare la chioma. Non concimare per almeno un mese dall’acquisto. In vivaio è stata forzata e quindi il terriccio è ancora ricco di elementi nutritivi sufficiente per tutto il periodo della fioritura..

Una nota importante: l’intera pianta è velenosa.  Il lattice biancastro e consistente che fuoriesce da ogni taglio o rottura dei rami e delle foglie è caustico e provoca eritemi e ustioni alle parti sensibili (pelle, mucose e occhi). Per questo è bene porre le piante in luoghi fuori dalla  portata e curiosità dei più piccoli.

IL BUCANEVE, PIANTA UNICA

Il bucaneve è una delle più intriganti piantine del bosco, cresce immacolata e spontanea su cuscini di neve al limitare dei boschi e delle aree prative. Si può coltivare anche in giardino. E’ infatti una bulbosa come crocus e tulipano e come tale ben si adatta a formare  macchie folte unite meglio se accostate a ellebori, crochi e ciclamini. Essendo una pianta boschiva abbisogna di posizione a mezz’ombra. Quella ideale è il limitare della vegetazione, ai piedi di grandi alberi o ampi cespugli. Il terreno deve essere  fresco e ricco di  terriccio di foglie.

I bucaneve sono piante molto rustiche, non temono il freddo. Quando il terreno gela i fiori si piegano, per raddrizzarsi al ristabilimento delle condizioni di temperatura. Tollerano il pieno sole, ma non amano che il terreno si surriscaldi.

Si piantano in autunno avendo cura di porre a dimora i bulbi ben distanziati perché formano rapidamente cespi e si espandono a macchia d’olio. Non hanno bisogno di essere concimati.

I bucaneve si possono coltivare con successo anche in vaso da collocare stabilmente all’esterno, sul poggiolo o sul balcone.

Usare sempre vasi di terracotta. Il vaso va riempito di terra di foglie, sabbia e terriccio universale in parti uguali. I bulbi, vanno annaffiati moderatamente. Importante, dopo aver posto il vaso all’esterno, coprirlo in modo da tenere le piante al buio.

Quando i germogli spuntano dal terreno portare il vaso all’interno e riprendere le annaffiature.

Mancate fioriture sono da attribuire al troppo caldo. I bucaneve fioriscono con temperature inferiori a 10°C..

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