A votare, anche con il mal di pancia…

Paolo Pombeni si domanda come reagiranno gli elettori di fronte ad una gestione delle liste come quella usata ultimamente dai vari partiti. Ecco come reagisco al mal di pancia che, da un po' di tempo, ho al momento di andare a votare. Non è per una delle ragioni riportate nella tabella a pagina 6 di V.T. del 4.2.2018 che, secondo me, sono tutte da rifiutare, ma perché semplicemente non si sa più a chi credere. Alla televisione tutti promettono  di portare  la giustizia ed il benessere in Italia, anche quelli che, non molto tempo fa, hanno avuto la possibilità di farlo, ma hanno curato solo i propri interessi. D'altra parte fin che trovano gente disposta a "bere" qualunque cosa, comprese le promesse più strabilianti, senza domandarsi se sono fattibili o meno, continueranno a provarci.

Ad ascoltare quello che ogni politico dice degli avversari dovremmo concludere che sono tutti indistintamente gente che cerca solo una poltrona ben pagata e  che lotta per conquistare il potere.

Eppure voglio credere che non sia così, cercherò di capire, (qualche ragione a volerla cercare si trova) e, anche con il mal di pancia, andrò a votare sperando che tutti ci vadano, mal di pancia o no, che la pensino come me o anche il contrario, sperando che, alla fine, gli eletti facciano davvero la loro parte.

Emanuele Mussi

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