Otri nuovi

In Cattedrale la festa diocesnaa della Vita Consacrata sulla “novità” della testimonianza nel mndo di oggi

somm2: Don Lauro: “Essere nuovi è possibile solo se il nuovo, ossia Gesù di Nazareth, viene a casa tua e ti riscalda il cuore”

"Siamo qui come Chiesa per ringraziare per ognuno di voi, per il bene che seminate con la vostra vita e la vostra testimonianza". È il benvenuto con cui l'arcivescovo Lauro ha accolto religiosi e religiose e membri degli istituti di vita consacrata riuniti in Cattedrale sabato 2 febbraio, data in cui ricorre la festa della Presentazione del Signore e giorno in cui si è celebrata la 22 giornata della Vita Consacrata.

Alla recita dei vespri è seguita la lettura di brani tratti dal documento "Per vino nuovo otri nuovi" – ripresa poi nel gesto simbolico di riempire alcuni otri collocati al centro del presbiterio – della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica in cui si evidenzia che le forme istituzionali, religiose e simboliche, devono essere caratterizzate da maggiore elasticità per poter sopportare le tensioni della vita e rispondere agli appelli della storia.

"Prendo a prestito l'espressione di Karl Rahner – ha esordito monsignor Tisi nell'omelia -: i cristiani del nuovo millennio o saranno mistici o non saranno. Vale anche per voi: quella mistica è una dimensione fondamentale per tutte le forme di vita consacrata e mistici sono uomini e donne che hanno capito di essere stati cercati e amati da Dio, vivendo l'esperienza dell'essere guidati e anticipati dal Signore. All'origine della consacrazione non c'è la ricerca di Dio, nessuno sa da che parte cercarlo e come: è lui che è venuto a visitarvi, e a fondamento della vostra testimonianza non vi deve essere un dare ma un raccontare ciò che avete ricevuto, conquistati da Dio con il suo amore". Dunque la Chiesa non deve inorgoglirsi per le sue strutture, ma riscoprire la sua indigenza e il Vangelo: "La consacrazione non è eroismo o volontariato ben motivato, essere nuovi è possibile solo se il nuovo, ossia Gesù di Nazareth, viene a casa tua e ti riscalda il cuore".

"Abbiamo il compito di impegnarci nella quotidianità, spingendoci nelle periferie per costruire piccole comunità e chiese domestiche che possano diventare comunità di attrazione. Il numero di consacrati diminuisce – ha detto il verbita padre Giancarlo Girardi, delegato vescovile per la Vita consacrata – ma papa Francesco ricorda che una chiesa locale senza la presenza della vita consacrata sarebbe una chiesa orfana, non completa".

Il Vescovo, che ha concelebrato con mons. Stanislao Chindekasse, vescovo verbita in Angola nella diocesi di Dundo, ha poi impartito la benedizione invocando il dono di nuove vocazioni e ricordando ai religiosi più anziani che quella che stanno vivendo non è una stagione inutile: "Potete generare più vita di prima, siete finalmente di Dio e abbiamo bisogno di persone che testimonino con l'essere prima che con il fare".

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