Tirolesi sociali e mediterranei

I nomi scelti quest’anno sono un segnale di apertura alla pluralità di culture ed esperienze che caratterizza questa terra

Innsbruck – Ogni 20 febbraio, anniversario della morte di Andreas Hofer, ad Innsbruck vengono consegnate le onorificenze del Land Tirolo a dodici cittadini particolarmente meritevoli. Tre di loro sono indicati tradizionalmente dalla Giunta provinciale di Bolzano.

Un tempo celebrazione dai toni patriottici, oggi occasione di riflessione sulla natura e la vocazione del Tirolo, almeno per quanto riguarda la parte altoatesina. Lo dimostrano i nomi scelti quest’anno, segnale di apertura alla pluralità di culture ed esperienze che caratterizza, peraltro da sempre, la Terra tra i monti. Si tratta di Margit Fliri Sabbatini, Josef Stricker e Aldo Mazza.

Margit Fliri, giurista nativa di Merano, bolzanina da mezzo secolo, ha operato come giudice penale, come presidente del Tribunale dei minori di Bolzano e infine Procuratore Capo presso lo stesso Tribunale. Nel lontano 1970 fu la prima donna magistrato della regione Trentino Alto Adige. Da sempre impegnata professionalmente per i diritti delle donne, è stata presente come volontaria nel settore della formazione degli adulti con un’attenzione specifica alla tutela dei bambini, dei giovani e delle famiglie.

Don Josef Stricker è sempre stato una persona attenta all’evoluzione sociale, critica rispetto alle situazioni che producono diseguaglianze e povertà. Figlio di una famiglia contadina della val Martello, vive a Bolzano da decenni. I suoi 78 anni non ne fermano l’attività, in modo particolare a fianco del KVW (le Acli di lingua tedesca) di cui è assistente da moltissimi anni. Il mondo del lavoro lo conosce bene. È stato prete operaio e ha lavorato direttamente nel mondo dei sindacati. “Si impegna da sempre con grande forza di persuasione, senza timori, con chiarezza e ben al di là di quanto si possa pretendere da un sacerdote, per la diffusione del pensiero sociale cattolico e per il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli e svantaggiate. Lo fa attraverso i mass media – collabora regolarmente col Katholisches Sonntagsblatt – e con le varie forme di educazione degli adulti”. Questi alcuni dei motivi che hanno indotto il governo provinciale ad esprimere a don Josef il proprio riconoscimento.

Certamente meritata, per quanto non scontata, l’onorificenza attribuita a Aldo Mazza. Nato in Calabria nel 1948, cresciuto in Campania, dove si è laureato in Giurisprudenza e in Lettere moderne, dal 1972 vive a Merano, dove ha seguito, per amore, la moglie Ulli. Ha insegnato italiano nelle scuole medie tedesche e per due anni all’università di Mogadiscio in Somalia. È autore di materiali didattici, di saggi sull’insegnamento e apprendimento delle lingue e del libro “Stare insieme è un’arte”, sul “vivere in Alto Adige/Südtirol”. È tra i fondatori di Alphabeta, agenzia di formazione linguistica e da alcuni anni casa editrice. Qualcuno lo ha definito “tirolese mediterraneo”, forse pensando a una contraddizione tra i due concetti. Dimenticando che Merano, la città di Mazza, l’antica capitale della contea, è luogo di incontro, ancor prima che tra lingue e culture, tra le alte cime innevate, così tipiche del Tirolo, e un fondovalle dove la flora mediterranea, appunto, è la nota dominante della vecchia, ma sempre piacente, città di cura.

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