“Il percorso fa bene anche agli operatori pastorali…”

Don Zeni ricorda che l’Istituto non forma solo insegnanti di religione. E ringrazia gli allievi per le proposte extradidattiche. Perfino una sfida a pallavolo…

Don Stefano Zeni, biblista, ha appena visto rinnovata la sua nomina a Pro-Direttore dell’Istituto di Scienze Religiose “Romano Guardini” che, dopo la chiusura dello STAT (Studio Teologico Accademico di Trento) e del CSSR-FBK (Corso Superiore di Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler), sta preparandosi al suo terzo anno accademico, che avrà inizio il 23 settembre prossimo.

Don Stefano, termina un anno impegnativo e ricco. Quale momento ricorda con particolare soddisfazione?

Sicuramente il Convegno internazionale dedicato alla figura di Romano Guardini a cinquant’anni dalla morte, avvenuta il primo ottobre del 1968, con cui abbiamo aperto l’anno accademico. L’organizzazione dell’evento è stata una bella occasione di collaborazione con l’Università degli Studi di Trento, nello specifico con il Dipartimento di Lettere e Filosofia, nonché una preziosa opportunità per entrare nel pensiero di Guardini, accompagnati da una trentina di docenti esperti in materia. Gli Atti di questo Convegno sono di prossima pubblicazione e costituiranno di sicuro un importante contributo per l’approfondimento del pensiero di Romano Guardini.

Accanto a questo, ricordo volentieri il Forum dei docenti, del marzo scorso, con i quali ci siamo confrontati sul proemio di Veritatis Gaudium, la Costituzione Apostolica di papa Francesco circa le Università e le Facoltà ecclesiastiche. È stato un bel momento di ascolto reciproco e di condivisione di idee e proposte per migliorare l’insegnamento all’interno del nostro piccolo Istituto.

Alcune proposte sono nate dagli stessi studenti…

Sì, mi piace ricordarle perché dimostrano come ci sia la volontà di crescere non solo da un punto di vista accademico, ma anche relazionale, ad esempio la proposta di un pranzo comunitario il primo mercoledì del mese; un momento di preghiera prima delle lezioni, in Avvento e Quaresima, e la bella serata di fine maggio in cui studenti e professori si sono sfidati in un avvincente torneo di pallavolo.

Mi piacerebbe che le iniziative extra-accademiche entrassero di diritto a far parte del percorso di formazione dell’ISSR, naturalmente nelle modalità e nei tempi opportuni.

Che cosa vorrebbe migliorare o approfondire nell’anno che verrà? C’è già qualche progetto concreto?

Provo a ragionare a cerchi concentrici. All’interno del nostro ambiente mi piacerebbe lavorare affinché cresca lo scambio e la collaborazione tra i docenti, anche in vista di un ripensamento della modalità delle lezioni. Per questo, ho suggerito ai docenti stabili dell’Istituto (i professori Chiara Curzel, Tiziano Civettini, Leonardo Paris e Severino Vareschi) che si facciano promotori, entro il mese di dicembre, di un incontro di tutti i professori per area di docenza così da coordinarsi al meglio fra loro al fine di organizzare il proprio insegnamento tenendo conto del lavoro dei colleghi. Per raggiungere un cerchio più ampio, mi piacerebbe riuscire a pubblicizzare maggiormente l’ISSR all’interno della nostra Diocesi…

Cosa vorrebbe fosse più evidente?

Che il percorso Accademico che proponiamo non è solo per i futuri insegnanti di Religione, ma può interessare anche qualcuno dei nostri operatori pastorali e collaboratori più vicini. Una formazione teologica ad ampio spettro non può fare che bene, sia per una crescita personale che per un sevizio sempre più qualificato all’interno della comunità. Infine mi permetto di aggiungere anche un altro cerchio. Mi piacerebbe che come docenti ci aiutassimo a riflettere su come il pensiero teologico, in senso ampio, può dialogare ad extra, vale a dire fuori dai nostri ambienti, con persone differenti e diverse per cultura, sensibilità e appartenenza (o non appartenenza) religiosa. E dopo la riflessione avessimo il coraggio di esplorare qualche via nuova in tale direzione.

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