Il quaresimale? Lo tengono i giovani

Un momento in ascolto dei giovani, dell’oratorio ma anche degli scout; un lavoro anche in vista del Sinodo dei Giovani, indetto da papa Francesco per ottobre di quest’anno.

Non è un quaresimale “penitenziale” quello che si svolge a Pergine, che ricalca lo stile austero e severo di un tempo, ma un lungo racconto, in quattro “puntate” di quello che vivono i giovani, un racconto di varie esperienze; incontri di testimonianza ma anche di provocazione per far conoscere realmente alla comunità quello che vivono e provano i giovani, il loro rapporto con la fede.

È anche un esperimento che si può dire unico, segno di grande responsabilità da parte dei giovani nei confronti della comunità: loro infatti non hanno declinato l’invito, ma anzi, fra oratorio e scout, si sono uniti, hanno preparato le tracce degli incontri ed i loro interventi accogliendo l’esortazione che papa Francesco ha rivolto loro nella lettera di preparazione al Sinodo: “Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori”.

Nella prima serata del quaresimale il vicario parrocchiale, don Paolo Vigolani, ha così introdotto l’incontro: “I giovani si può dire siano la “voce di Dio”, ed è giunto il momento di ascoltarli, di dare loro la parola. Parleranno di fede, che è un argomento ostico per tutti, non solo per loro. La fiamma della fede va sempre alimentata, ed ascoltando le loro parole, le loro testimonianze, ci aiuteranno in questo compito”.

La prima serata, intitolata “Maestro, dove abiti?” citando un passo del Vangelo di Giovanni, ha visto le testimonianze di Federico e Francesca: dagli incontri “Passi di Vangelo” per giovani, voluti dal vescovo Lauro, alle Giornate Mondiali della Gioventù, entrambi hanno vissuto momenti intensi, esperienze forti e significative, dove hanno potuto stringere amicizie, fare nuove esperienze, confrontarsi con realtà differenti dalle loro, ma soprattutto sono entrati in contatto con una fede “viva”, vissuta, vicina e per questo autentica.

“Passi di Vangelo – ha detto Federico – ci aiuta a riscoprire come Dio cammina con noi. Abbiamo scoperto una relazione con Dio silenziosa ma umana che ci permette di sentirci vivi ed al tempo stesso di metterci in gioco. Credere in Dio, vivere la fede, essere cristiani, implica l’essere disposti a mettersi in gioco, lo smettere di vivacchiare e di metterci in cammino. Gli incontri di “Passi di Vangelo” sono incentrati proprio sullo sperimentare un Dio che risponde anche alle domande di noi giovani del 2018, ci rivelano l’originalità e l’umanità di Dio, il suo andare contro la logica degli schemi fissi”.

“Ho avuto la fortuna di partecipare a tre Giornate Mondiali della Gioventù -ha spiegato invece Francesca- Madrid, Rio de Janeiro e Cracovia. Da ognuna di esse ho portato via tanto e ogni GMG è stata caratterizzata da aspetti importanti per il mio cammino di crescita nella fede. La fede accomuna tutte le Giornate Mondiali dei giovani. Riassumendo con delle parole chiave, potrei riassumere l’esperienza di Madrid con gioia e festa, Rio con missione, Cracovia con preghiera. Papa Francesco ci ha esortato a portare la gioia del Vangelo a tutti, ed è così che ho voluto impostare il mio cammino di fede. Mi sono sentita chiamata a vivere e condividere la mia esperienza gioiosa di fede”.

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