In equilibrio su una slackline

Il vescovo Muser coglie un profondo desiderio e volontà di un cambiamento, per un mondo migliore

Bolzano – La lettera pastorale di Quaresima del vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser, in vista del Sinodo dei vescovi di ottobre, è rivolta ai giovani.

Di fronte a un mondo che non ci piace e che può dare “un senso di disperazione”, l’invito è quello ad avere “speranza e coraggio”. “Ascoltandovi”, scrive il vescovo, “ho percepito anche il vostro profondo desiderio e la vostra decisa volontà che vi spingono a desiderare un cambiamento, a desiderare un mondo migliore. Ciò mi riempie di speranza e per questo vi dico: Abbiate coraggio! Osate! Siate voi la chiave del cambiamento!”. “Guardatevi attorno, alla vostra vita quotidiana, alle esperienze di tutti i giorni, con uno sguardo attento e un cuore vigile e iniziate da ciò che vi indigna e vi smuove per cambiarlo”.

A cosa orientarsi per cambiare le cose? “Affidatevi alla vostra sensibilità per la dignità umana”, scrive mons. Muser, “al vostro desiderio profondo di relazioni ‘riuscite’, di amicizie vere e dell’essere l’uno per l’altro”. “Ognuno di noi è un essere unico e questa nostra unicità si esprime e si sviluppa solo nella libertà, la stessa libertà che ci spinge ad assumere responsabilità. Ma che cosa significa ‘assumere responsabilità’? Significa ‘farsi un’opinione’ e scegliere di mettere in pratica ciò che si è riconosciuto come buono e giusto, affinché il mondo di domani sia un pochino migliore e abbia un volto più umano”.

La “Lettera ai giovani della nostra diocesi” continua sul terreno della solidarietà. “Nessuno di noi basta a se stesso. È insito nel nostro essere persone fare affidamento sugli altri, permettere che altri si prendano cura di noi”. “Cogliete il vero quando affermate quanto siano importanti nella vostra vita l’amicizia e la famiglia. Volgersi verso gli altri ed essere solidali con loro nel bisogno è la risposta a tutto ciò che nella nostra vita abbiamo ricevuto di gratuito ed impagabile”. Ma “quest’attenzione non deve essere rivolta solo a persone che sentiamo vicine perché unite a noi da legami famigliari o di amicizia”. Deve invece estendersi “a tutti gli uomini che si trovano in necessità e hanno bisogno del nostro aiuto, perché è così che si esprime il profondo rispetto per la dignità della vita umana”.

Il vescovo incoraggia al servizio volontario: “Non pochi di voi offrono tempo ed energie per stare accanto a coloro che si trovano in situazioni di necessità, sia all’interno di associazioni che di organizzazioni umanitarie, in occasione di iniziative di solidarietà o, in modo meno ‘spettacolare’, là dove c’è bisogno di un cuore compassionevole e di una mano pronta ad aiutare”. In tal modo e nell’impegnarsi per il bene comune, dice mons. Muser, “non realizzate soltanto voi stessi, ma date una forma profondamente cristiana alla società e al mondo. Trova così un’espressione visibile ciò che chiamiamo ‘vocazione cristiana’. Ve l’assicuro come Vescovo che, se così vivete, seguirete già la chiamata di Dio, una chiamata che non si abbatte dal cielo come un fulmine a ciel sereno, non si leva come una voce dal nulla, ma si manifesta come un invito alla vita in mezzo alle gioie e le speranze, le tristezze e le angosce del nostro quotidiano”.

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