“Lo sport ti aiuta a sentirti libero”

Sono il lavisano Gianluigi Rosa ed i fiemmesi Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal gli atleti trentini che, dal 9 al 18 marzo prossimi, parteciperanno ai Giochi Paralimpici Invernali di PyeongChang.

Rosa, nato a Trento nel 1987, è uno dei 17 giocatori della Nazionale di para ice hockey, con la quale ha già disputato le Paralimpiadi di Vancouver 2010 (“Qualificarmi è stata la più grande emozione non solo della mia carriera”, ha affermato di recente) e Sochi 2014 ed in cui milita anche il 41enne portabandiera italiano Florian Planker.

Proprio il talento del gardenese ha dato all'ex promessa del Calcio Lavis lo stimolo per migliorarsi nello sledge hockey, iniziato a praticare su consiglio del capitano azzurro Gianluca Cavaliere, suo compagno di squadra nel GS Disabili Alto Adige, dopo l'amputazione della gamba destra all'età di 17 anni, in seguito ad un incidente motociclistico. “Lo sport mi ha fatto capire che il nostro più grande limite tante volte è la testa, non una gamba in meno od una sedia a rotelle”, ha sottolineato Rosa, campione d'Europa 2011 ed oggi uno dei migliori difensori al mondo, nell'intervista rilasciata prima di partire al sito del Comitato Italiano Paralimpico.

Bertagnolli è invece originario di Cavalese, dove, fin da piccolo, ha potuto coltivare molte sue passioni sportive. La disabilità visiva che lo accompagna dalla nascita, nel 1999, non lo ha mai fermato, permettendogli di competere nello sci alpino categoria Visually Impaired/classificazione B3, preceduto dalla guida Casal. Insieme al quale, lo scorso dicembre a Roma, è stato insignito del “Collare d'Oro al Merito Sportivo”, la massima onorificenza concessa dal CONI.

Per l'alfiere delle Fiamme Gialle di Predazzo, campione del mondo di supercombinata nel 2017 a Tarvisio, non ci sono insomma “Boulevard of broken dreams”, viali dei sogni infranti, parafrasando il titolo della sua canzone preferita. Anzi, Bertagnolli è già pronto a firmare altri autografi ai fan ed a confermare, come ha detto prima di volare a PyeongChang, che “lo sport è il miglior modo per divertirsi, superare le proprie aspettative ed i propri limiti, viaggiare e vedere il mondo”.

Di Capriana è infine Casal, coetaneo di Bertagnolli, al quale è legato da un'amicizia nata a 13 anni sui banchi di scuola dell'istituto “La Rosa Bianca” di Cavalese e trasportata ai cancelletti di partenza delle gare. Oltre alla medaglia d'oro nella supercombinata, i due giovani – premiati, un mese e mezzo fa, nella prima edizione dei “Trentino Sports Awards” svoltasi a Rovereto – hanno vinto in Friuli pure un argento nel gigante ed un bronzo nel superG.

Casal va ancora più forte nel ciclismo, che, con le maglie prima dell'U.C. Valle di Cembra e poi dell'U.C. Valle di Non, lo ha visto conquistare svariati titoli, fra cui quello, nella passata stagione, di campione provinciale Juniores. Perché, è solito ripetere il 19enne, “lo sport ti aiuta a sentirti libero”.

Oltre che alle speranze di medaglia, la coppia Bertagnolli-Casal contribuisce, con lo sci alpino, anche all'abbassamento dell'età media (da 36 a 33 anni) della spedizione azzurra rispetto ai Giochi Olimpici di Sochi, chiusi senza mai salire sul podio. In Corea del Sud, l'Italia sarà rappresentata pure nello snowboard e nello sci nordico, per un totale di 26 convocati, la metà dei quali esordienti.

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