La pastorale e i suoi confini

Salisburgo – In occasione dei 200 anni della bolla papale Ex imposito che ridisegnò i confini delle diocesi, nel 1818, salvando quella di Salisburgo dalla soppressione, il teologo pastorale viennese Johann Pock ha tenuto una conferenza sul tema: “Limiti della pastorale – Pastorale della soglia e dei confini – Considerazioni per il futuro”.

Se la Chiesa vuole mantenere il suo ruolo sul variegato mercato delle “offerte di senso”, deve concentrarsi sulla sua “missione fondamentale” e “convincere le persone attraverso una pastorale altamente qualitativa”. La Chiesa non è fine a se stessa, ma è al servizio della fede e della vita delle persone. “È una questione di qualità della pastorale, non di sicurezze strutturali”. La Chiesa, secondo il teologo, deve essere capace di reagire a fenomeni sociologici come l’individualismo, il pluralismo e la digitalizzazione, perché gli sviluppi ecclesiali vanno sempre compresi negli sviluppi della società. Qui c’è bisogno di coraggio, dice Pock, e si deve inoltre discutere dei nuovi bisogni delle persone. La pastorale è arrivata a una soglia che va superata, “perché le persone non sono più cattoliche per tradizione, ma lo diventano attraverso una scelta consapevole”.

I confini delle parrocchie e delle diocesi, nella società digitale, contano sempre meno. Per questo, secondo il teologo viennese, “dobbiamo reagire alla digitalizzazione degli ambiti di vita e entrare anche noi nella realtà virtuale. Non ci sono altre strade”.

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