La creatività del genoma

Togli una lettera, ne aggiungi un’altra e ottieni una nuova parola. Alcune parole sono palindromi – possono essere lette da sinistra a destra e viceversa -, mentre alcune sono anagrammi di altre. Anche il DNA può essere tagliato, ricucito, modificato: è una “parola” non ancora letta e decifrata del tutto poiché il genoma, l’insieme del patrimonio genetico presente nel corredo cromosomico, è stato sequenziato per il 2%, restando da interpretare il 98%, simile a caselle di parole crociate ancora bianche. Delle analogie tra “linguaggio umano” e “linguaggio del genoma”, utili per facilitare la comprensione di concetti scientifici complessi, hanno parlato lo scrittore ed enigmista Stefano Bartezzaghi, docente di Semiotica alla Iulm di Milano, e la direttrice dell’IRCCS MultiMedica di Milano Adriana Albini, in un incontro al MUSE nell’ambito della mostra “Genoma umano. Quello che ci rende unici” (aperta fino al 6 gennaio 2019).

"Con A, C, G e T, iniziali delle quattro molecole fondamentali del DNA, riusciamo a costruire un'intera persona, unica e irripetibile” ha esordito la scienziata. “Abbiamo elementi che possono combinarsi siano essi atomi, numeri, lettere – ha commentato Bartezzaghi -: unendo le lettere dell'alfabeto possiamo creare morfemi e avere tutte le parole della lingua italiana, con potenzialità tendente all'infinito. Con pochi ingredienti di partenza abbiamo un'enorme vastità di combinazioni possibili e questo è un parallelismo sorprendente". La creatività si applica anche al metodo scientifico: "L'evento più creativo è stato scrivere con le lettere del DNA, scoprire che è possibile tagliare i pezzi malati così come fanno i batteri, sostituendoli con altri sani".

E a proposito dei progressi ipotizzabili nel campo del genoma "l'obiettivo è trovare la cura per debellare malattie infettive, ereditarie o neurodegenerative, come già successo scoprendo la cura per il tumore al collo dell'utero e al polmone, studiando i batteri che hanno un sistema immune e, quando sono invasi da virus, sono capaci di tagliarli e rimaneggiarli in modo creativo".

"Le parole possono voler dire cose diverse, è la caratteristica specifica del linguaggio umano – ha proseguito Bartezzaghi -, ma consideriamo l'ambiguità un difetto, e lo trasferiamo alla persona, rendendo il difetto comunicativo un difetto morale. Il discorso poetico può essere ambiguo, quello scientifico invece deve essere definito in modo univoco". La medicina però non è una scienza esatta: "La ricerca va avanti in base alle scoperte fatte, senza sapere se ciò che è stato finanziato poi diventerà applicabile – ha chiarito Albini -. Dobbiamo migliorare nella comunicazione: oggi l'informazione è a portata di tutti e la voce popolare a volte sovrasta quella dello scienziato". L'incontro è stato tradotto anche per i non udenti grazie a due interpreti LIS.

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