I ricordi del fotografo Piero Cavagna. Mercoledì i funerali a Trento

Piero Cavagna e Paola Mora all’inaugurazione della mostra di Palazzo Trentini che valorizza le donne pioniere nello sport

Sono tanti i ricordi di Piero Cavagna che le persone che l’hanno conosciuto e apprezzato gli stanno dedicando sui social in queste ore. Il fotografo trentino, morto sabato, all’età di 63 anni, in un tragico incidente in montagna in Valle dei Laghi, era stato per anni collaboratore del quotidiano “L’Adige”. I funerali di Piero Cavagna saranno il 12 ottobre alle 16 nel cimitero di via Giusti.

Molto attivo, Cavagna era stato impegnato anche nella preparazione della mostra “Mettersi in gioco – pioniere dello sport in Trentino”, che ha aperto l’ultima edizione del Festival dello Sport – Momenti di Gloria. L’ha ricordato con un post la prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento Barbara Poggio: “Per molti anni ci siamo incrociati in occasione di eventi pubblici, visto che è stato uno dei principali fotoreporter trentini, ma anche un appassionato organizzatore di iniziative culturali, in particolare dedicate a ricordare eventi e contesti storici, dalla Shoah all’avventura della montagna. Ma è proprio in occasione della preparazione dell’ultima, inaugurata poche settimane fa, dal titolo ‘Mettersi in gioco – pioniere dello sport in Trentino’, che abbiamo avuto occasione di collaborare, confrontarci e conoscerci meglio e ho potuto apprezzarne la competenza, la grande cura nel lavoro e soprattutto la sensibilità”.

Nel post Poggio ha allegato la riflessione che Cavagna aveva preparato per presentare la mostra.

A ricordare con affetto il fotografo trentino scomparso sabato è anche Italia Nostra, che cita invece la mostra “Paesaggio trentino trasformato”. Le parole che Cavagna aveva scelto in quell’occasione per introdurre il suo lavoro erano: “Nella vita puoi scegliere se andare da una parte o dall’altra”. “Danno il senso – riporta Italia Nostra – dell’impegno di Piero Cavagna sul piano professionale e civile, intesi come inscindibili componenti di un unico lavoro culturale”.

Il messaggio di Cavagna continuava così: “Sul palcoscenico del Paesaggio tutti noi possiamo recitare ad alta voce o starcene zitti. Possiamo stare a guardare o muoverci con senso compiuto…”.

“Non c’è dubbio che Piero avesse scelto la sua strada con determinazione – continua Italia Nostra -, e che le sue immagini non fossero meramente uno stare a guardare. Quando gli abbiamo chiesto di donarci alcune foto per denunciare il degrado del paesaggio trentino, la sua immediata adesione e la sua sincera indignazione ci fecero quasi dubitare che la nostra iniziativa potesse essere troppo timida”.

“Sapevamo tutti che non sarebbe bastato esporre in una piazza gli scempi paesaggistici per cambiare il corso degli eventi – conclude Italia Nostra – ma sapevamo anche, Piero per primo, che non si poteva tacere. Oggi quella voce forte, chiara, potente si è spenta. Ma le sue fotografie continueranno a parlare per lui, e il suo esempio continuerà a ispirare chiunque senta la responsabilità culturale come parte del proprio lavoro. Grazie, Piero, ci mancherai”.

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