“Noi, con e dentro la Diocesi”

L'esperienza di comunione delle religiose e dei religiosi trentini

Ormai si sta concludendo l’anno pastorale ed è tempo di bilanci, oltre che di sguardo in avanti, un po' per tutti all'interno della Chiesa. Così è avvenuto anche per il coordinamento degli Istituti religiosi in Diocesi.Va rilevato subito un tratto caratteristico, rispetto sia al Triveneto, nota il delegato vescovile p. Giancarlo, sia rispetto alle tendenze in atto in Italia. Da un bel po' di tempo, infatti, in diocesi di Trento Cism (religiosi), Usmi (religiose), Ciis (ist. secolari) lavorano stabilmente insieme e quando nelle rilevazioni trivenete c'è la casella “attività distinte”, nel nostro caso risulta vuota, mentre è affollata quella di “attività comuni”. Già questo dice uno stile e un'impronta comunionale che ci si è voluti dare.

Qualcosa di simile vale anche nei rapporti religiosi-diocesi. Per esempio, un incontro extra è stato aggiunto proprio alla fine di maggio, invitando superiori e comunità per conoscere meglio sia la riforma della curia nelle quattro attuali aree di coordinamento, sia la riforma delle articolazioni territoriali in diocesi con particolare riferimento alle nuove zone pastorali. Da notare che – pur programmata all'ultimo minuto – è stata partecipata da una sessantina di religiosi, religiose e rappresentanti degli istituti secolari.

Gli incontri precedenti erano partiti già all'inizio dell'anno pastorale, dopo l'assemblea generale di settembre, prevedendo in ottobre una presentazione generale delle iniziative e a metà novembre un incontro-dialogo con l'arcivescovo sulla pastorale diocesana e il possibile apporto della vita consacrata, e su questo anche Vita Trentina ha già riferito. Mentre anni prima si privilegiavano gli incontri formativi con la esposizione di un relatore e successivo dibattito, nel 2018 si sono privilegiati i racconti e le esperienze in modo da “conoscersi per vivere la comunione”, come recitava il dépliant programmatico. Ed ecco il racconto di esperienze con riferimento alle transizioni in corso nelle famiglie francescane in Trentino, alla testimonianza delle sorelle clarisse di Borgo Valsugana, al significato della presenza e attività varie degli istituti secolari in diocesi e, infine, al racconto della transizione-passaggio ai laici delle attività dei padri Giuseppini del Murialdo che, mentre le “opere” sono portate avanti da laici, i religiosi si sono messi a servizio pastorale con base a Calceranica, pur continuando una presenza-supervisione di ispirazione rispetto ai laici. Di tutto questo ci sono tracce anche nel sito della diocesi – sezione vita Consacrata.

E da qui in avanti come muoversi? Nell'incontro del direttivo svoltosi ai primi di giugno al santuario delle Grazie ad Arco sono emersi suggerimenti di proseguire questa conoscenza e collaborazione, mettendo in agenda anche incontri specifici con i responsabili diocesani di area. Così i versanti cultura, solidarietà, missionarietà-annuncio possono diventare una base comune tra diocesi e vita consacrata per vedere come – ed è una scommessa – poter mettersi in sinergia-collaborazione. Anche nei Vangeli i miracoli nascono dal condividere le proprie povertà: tipico esempio sono i 5 pani e 2 pesci tirati fuori e messi a disposizione. Che non possa essere una formula vincente anche per superare il calo numerico o lo stesso invecchiamento che unifica sia l'esperienza in diocesi, sia il contesto della VC? Se ciascuno ha ricevuto dei doni “per l'utilità comune” della Chiesa a servizio del mondo di oggi, dal conoscersi, collaborare, condividere e magari anche progettare insieme può nascere sicuramente qualcosa di valido che aiuta tutti a “correre insieme”.

p. Giampietro Brunet

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