Lo scultore Egidio Petri a Sevignano: “La cosa più importante? Coinvolgere le persone”

Lo scultore, Egidio Petri, mente svolge il suo lavoro. Foto © Gianni Zotta
Coordinatore artistico del Simposio del Beghel è Egidio Petri, scultore di Segonzano, noto ben oltre i confini del Trentino. Com’ è nata l’idea del simposio, Egidio?

Quando abbiamo pensato di legare all’idea della festa di paese un simposio artistico sul tema del “bèghel” non pensavamo certo di arrivare a questo punto. Ci eravamo detti: il primo anno faranno dieci opere, il secondo si ripeteranno… Invece, abbiamo scoperto che anche un tema fisso può essere inesauribile. Luca Gottardi ci ha creduto subito, è partito in quarta e il risultato è stato più che ottimo. Un’idea illuminante, che i residenti, con il loro entusiasmo, hanno trasformato in qualcosa di divertente e gratificante.

Entusiasmo che si riflette anche negli artisti che intervengono e che si “prenotano” già per l’anno successivo…

All’inizio li abbiamo coinvolti noi, alcuni erani stati miei allievi. Adesso ci chiamano per venire. Dopo la presenza della prima edizione, quest’anno è tornato l’artista internazionale Mauro Lampo. Non è voluto mancare – naturalmente assieme al gufo Icaro che in paese non è certo passato inosservato – nonostante il poco tempo a disposizione: venerdì era con il sindaco di Venezia per l’inaugurazione di una nuova esposizione, sabato è salito a Sevignano con alcuni dei suoi collaboratori e ha fatto in poco tempo una cosa eccezionale. Quando uno del suo calibro decide di partecipare a una manifestazione è una specie di “marchio di garanzia”. E la cosa è stimolante, oltre che per gli organizzatori, anche per gli altri artisti.

Un simposio particolare. Di fatto non c’è un vincitore?

Esatto. Dal 1981 ho fatto tanti concorsi, dall’America alla Russia, al Brasile. Ho visto premi assegnati a gente valida, ma anche a chi si è rivelato un bluff. Una festa è una festa e non si deve rovinarla con un giudizio… Al termine della tre giorni, invece, passiamo in rassegna le varie creazioni, commentandole e confrontandoci con l’artista. Devo dire che quest’anno non avrei avuto dubbi a scegliere la migliore, ma voglio sottolineare anche che, nella loro diversità, tutte le opere erano molto valide. Una sorpresa per le idee che sono saltate fuori…

In paese sanno bene che lei ha scolpito il “Bèghel numero 1”? C’è ancora? Dove si trova?

Quasi vent’anni fa avevo realizzato in località Prada una sorta di totem, alto sette metri, con al posto dell’aquila il gufo, aggrappato sul “segon”, che è anche il simbolo del Comune di Segonzano.

Crede che un’iniziativa come questa possa dare nuove possibilità di sviluppo al paese?

Intanto tanta gente che non sarebbe mai andata a Sevignano ci è arrivata. Pensi che durante la manifestazione c’è stato chi si è informato se ci fossero case in vendita… battuta o meno, questa è la via giusta da percorrere perché la cosa più importante è riuscire a coinvolgere prima di tutto le persone. E qui ci sono riusciti!

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