I tanti volti della solitudine

Il pensiero di Alcide De Gasperi a confronto con le solitudini del contemporaneo in 14 appuntamenti tra testimonianze e spettacoli. Storie coraggiose di uomini e donne che ascoltando i silenzi hanno saputo mettersi in cammino

Mancanza, isolamento, discriminazione. La solitudine evoca una condizione di sofferenza, subìta, e fa paura, è compagna indesiderata, ma può anche essere spazio di ricerca, espressione dell'esigenza di ascoltare se stessi. E stare nel tempo della solitudine, attraversandolo senza cercare illusorie vie di fuga, può accendere quel dialogo interiore che, svelando a noi qualcosa di noi stessi, fa di quell'ascolto solido appoggio sul quale innestare azioni coraggiose e relazioni autentiche. È stato questo il percorso di Alcide De Gasperi, "uomo solo", di profonde convinzioni e affetti, che non smise mai di camminare sulla sua via, per quanto faticosa e solitaria.

“Ci sono dei momenti nei quali si resta soli con Dio e con la propria coscienza. Allora tutto quello che si è e si è stati affiora alla superficie, vi prende alla gola, vi stampa in fronte uno stigma indelebile, vi afferra la volontà e ve la incammina per il sentiero, che è magari aspro o tortuoso, ma che è il vostro”. Prende ispirazione da questo pensiero dello statista trentino, tratto da un articolo del 1934, e prende slancio proprio dalla testimonianza di come egli riuscì a vivere positivamente tale condizione esistenziale, il ricco e variegato programma di incontri letterari, spettacoli ed eventi (tutti a ingresso libero) dell'“Agosto degasperiano”, dedicato nella sua quarta edizione alle "Solitudini", organizzato dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e presentato giovedì scorso dal direttore Marco Odorizzi alla Fondazione Bruno Kessler, a Trento.

La rassegna di eventi – ideata a contorno della tradizionale Lectio degasperiana che sabato 18 agosto alle 17 vedrà Angelo Panebianco e Paolo Pombeni riflettere su "De Gasperi e il popolo" al Teatro Tenda di Pieve Tesino -, è cresciuta negli anni e l'edizione 2018 prevede 14 appuntamenti a partire dal 27 luglio, fino all’1 settembre, ospitati in 12 località della Valsugana. L'iniziativa ha lo scopo di custodire e attualizzare l'insegnamento di De Gasperi aprendosi alla complessità del confronto con le solitudini del contemporaneo, fornendo spunti di riflessione per costruire un pensiero critico di cui si avverte ancor di più la necessità in un anno elettorale, come sottolineato da Odorizzi richiamando un altro pensiero dello statista del 1948: “L’obbedienza e la disciplina non bastano più. il popolo sovrano deve ormai possedere altre virtù: il senso della responsabilità di governo, la forza morale di contenere spontaneamente la propria libertà per lasciare un posto giusto ai diritti degli altri, e infine l’energia di non abusare delle istituzioni democratiche”.

"Desideriamo lanciare dalla valle di De Gasperi un messaggio morale e civile forte – ha proseguito il direttore -, quest'anno affidato a quattro eventi in più che fanno crescere il progetto ampliandolo non solo nei contenuti ma anche geograficamente, spaziando da Castello Tesino a Pergine, coinvolgendo e unendo così l'intero territorio nel segno di un grande protagonista del passato che è e rimane ispiratore anche nel nostro tempo, per aiutarci a viverlo meglio". Dopo aver registrato la partecipazione di 3000 persone nella scorsa edizione, l'auspicio è di intercettare nuovi pubblici e proprio per questo il tema viene approfondito attraverso letteratura, musica, teatro e cinema, linguaggi che accompagnano l'itinerario di scoperta delle molteplici dimensioni della solitudine, affidandosi alla testimonianza di ospiti che, a partire dalla loro esperienza, faranno rivivere un messaggio da leggere come invito all'impegno per il bene comune e a conservare fiducia nelle forze operanti positivamente nella società.

La manifestazione è promossa dalla Fondazione insieme a 31 realtà del territorio e alla presentazione è intervenuto anche Stefano Ravelli, amministratore delegato dell'Apt Valsugana-Lagorai, che, nel ricordare quanto De Gasperi amasse la semplicità della vita nei boschi e in montagna, ha evidenziato come la valorizzazione di un territorio effettuata non solo attraverso la promozione turistica ma unendo ad essa una significativa offerta culturale rappresenti una notevole opportunità di crescita.

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